AGENDA DIGITALE

Monti: “Investimenti in banda larga per 3 anni fuori dal fiscal compact”

Il premier propone l’individuazione a livello Ue di investimenti “buoni” finalizzati ad obiettivi europei che vanno “incoraggiati” svincolandoli dal patto di stabilità

Pubblicato il 09 Mag 2012

P.A.

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Distinguere fra spesa corrente e spesa da investimento nel calcolo del deficit, ma con regole strette: il presidente del Consiglio, Mario Monti ha ribadito il concetto nel corso del suo intervento oggi alla conferenza sullo Stato dell’Unione a Firenze, ricordando l’impegno del governo italiano nel rigore di bilancio. In questo senso, il premier propone di escludere per un periodo di tre anni gli investimenti per la realizzazione della banda larga e di altri investimenti "buoni" e condivisi a livello Ue dai vincoli di bilancio del fiscal compact europeo. La proposta italiana è di individuare quegli investimenti pubblici "buoni", finalizzati ad obiettivi europei e siano "incoraggiati" senza "conteggiarli ai fini dei vincoli del patto di stabilità", ha detto il presidente del Consiglio.

"E’ molto importante mettersi d’accordo, a livello europeo, su cosa si considera come investimento candidato a intervento meno restrittivo; la proposta che l’Italia fa è stabilire in Europa quelle che sono le priorità, ad esempio l’Agenda digitale o la banda larga, e per un periodo, ad esempio per i prossimi 3 anni, si stabilisce che, fermo restando che non ci saranno elusioni di bilancio, quegli investimenti saranno incoraggiati perché non saranno contati ai fini dei vincoli del patto di stabilità". E’ una proposta, ha aggiunto Monti, "modulabile che si può rivedere" , ma va rimarcato che "non c’è nulla di elusivo della disciplina di bilancio ma è solo l’incoraggiamento ad una buona politica economica".

"Certo è delicato, non possiamo balzare a una posizione avventurosa, in cui diciamo che ogni spesa classificata come investimento sia esentata o guardata con un occhio di favore sotto le regole dell’Europa – aggiunge Monti – No. Perché è stato fin troppo frequente che Paesi abbiano coperto perdite di compagnie a partecipazione pubblica e le abbiano poi contabilizzate come investimenti. Ci vogliono quindi criteri molti stretti che distinguano investimenti ammissibili da questo tipo di propositi, da investimenti non ammissibili", riconoscendo che spesso "è una distinzione difficile da fare e da mettere in pratica".

A proposito degli incentivi alla domanda, Monti ha sottolineato che "non dovremmo mai reagire a ogni nuova idea in modo automatico, ma considerare a freddo e capire se questa è una rottura con l’ortodossia del rigore di bilancio. Il nostro governo è pienamente convinto della virtú del consolidamento di bilancio".

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