Netflix in Italia, sarà una buona mossa?

L’azienda ha annunciato il lancio del servizio il prossimo autunno anche in Spagna e Portogallo. La bassa penetrazione della pay tv potrebbe rappresentare un vantaggio competitivo. Ma per la redditività bisognerà aspettare il 2018. L’analisi di Forbes

Pubblicato il 16 Giu 2015

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Netflix ha annunciato l’imminente sbarco in Italia, Spagna e Portogallo. Sbarco che fa parte della strategia aggressiva di espansione internazionale che mira a lanciare servizi di streaming in 200 paesi nei prossimi due anni. Secondo un’analisi di Forbes questa mossa potrebbe essere molto utile per l’azienda. Netflix è attualmente disponibile in più di 50 paesi e ha oltre 62 milioni di abbonati a livello globale.

Netflix ha già avviato la sua attività in Francia, Germania, Austria, Svizzera, Belgio e Lussemburgo a settembre 2014, raggiungendo un mercato potenziale di circa 66 milioni di famiglie. Ora l’azienda ha messo gli occhi sui paesi in precedenza non considerati come Spagna, Italia e Portogallo che – secondo le stime – rappresentano un mercato potenziale di oltre 19 milioni di famiglie: in questi paesi la penetrazione della pay tv è al di sotto del 25% a fronte di un 84% degli Usa e la bassa penetrazione sarà un beneficio per Netflix. PIù problematico sarà invece piazzare i servizi 4K dato che meno del 10% delle connessioni internet, in questi paesi, supera i 15 mega quelli che servono, appunto, per l’ultra HD.

Continuando ad analizzare la strategie di espansione di Netflix – l’azienda ha puntato gli occhi anche sulla Cina. Corea del Sud e Singapore, dopo aver annunciato l’arrivo in Giappone in autunno – gli analisti interpellati da Forbes stimano che saranno 60 milioni i nuovi abbonati al servizio di videostreaming entro fine anno, se i piani di espansione non subiscono stop.

Per quanto riguarda la redditività c’è da aspettare. Nei mercati dove il servizio è arrivato prima del 2014 (Canada, America Latina, Regno Unito, Irlanda, Paesi Bassi) la reddività è arrivata solo nel terzo trimestre del 2014. Secondo gli esperti dunque la redditività dei nuovi mercati diventerà interessante solo dal 2018 in poi.

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