IL PIANO

Non solo Europa, tasse al 14% su Apple & co: la scure di Obama

La legge di bilancio del presidente Usa prevede un “balzello” per limitare la fuga di utili delle grandi aziende. Nel mirino soprattutto i big dell’Ict. Previsto un incasso superiore a 200 miliardi di dollari da spendere in nuove infrastrutture e misure a favore della middle class

Pubblicato il 02 Feb 2015

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Una tassa minima del 19% sulle aziende con base negli Stati Uniti sui guadagni futuri all’estero e una tassa obbligatoria del 14% sui duemila miliardi di dollari di profitti offshore. Sono alcune delle proposte che il presidente americano, Barack Obama, presenterà con il budget. Lo riporta l’agenzia Bloomberg citando alcune fonti.

Obama propone alle aziende quello che chiedevano, ovvero un sistema con un’aliquota marginale di imposta più bassa e con i guadagni futuri realizzati all’estero soggetti a un piccola tassa in più se fatti rientrare. Ma lo fa in termini meno favorevoli di quanto le aziende chiedevano, con aliquote che potrebbero tradursi in un significativo aumento delle tasse per le aziende che hanno spostato di giurisdizione i profitti e che pagano meno del 10% sui guadagni all’estero. L’obiettivo di Obama è quello di creare un flusso di entrate da usare per la costruzione di strade, ponti e altri progetti infrastrutturali.

Secondo la regola attuale, le compagnie Usa sono sottoposte a una tassazione fissata al 35% degli utili che raccolgono in giro per il mondo. Godono di un credito d’imposta per i pagamenti fatti agli altri governi e non devono versare nulla al fisco di casa fin quando non rimpatriano i capitali. Il sistema incentiva così a rendicontare utili fuori dai confini nazionali e a lasciarli lì. Microsoft, ad esempio, ha quasi 93 miliardi di profitti fuori dagli Usa e se li dovesse riportare in casa dovrebbe versare 29,6 miliardi di dollari, con un’incidenza al 32% circa. Visto che le regole dicono che la società che rimpatria i profitti deve pagare la differenza tra il 35% di tassazione americano e l’aliquota straniera che viene applicata nel Paese dove sono presenti i profitti, ciò significa che finora Microsoft ha pagato il 3% circa di tasse.

Il piano, che sta conquistando l’attenzione della stampa finanziaria e non solo, farà parte di un budget complessivo da 3.990 miliardi di dollari, costruito per andare a supporto delle middle class americana. Secondo i documenti di cui dà conto Bloomberg, dalla mossa sulla tassazione dei profitti esteri si attendono 238 miliardi di dollari.

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