Il data center britannico di Cottam, nel Nottinghamshire, sarà alimentato a energia nucleare: il progetto, del valore stimato di 11 miliardi di sterline, è frutto dell’alleanza tra le imprese Holtec International, Edf Uk e Tritax Management e si inscrive in una più vasta collaborazione tra Stati Uniti e Regno Unito sul nucleare.
Le tre partner lavoreranno per sviluppare i piccoli reattori modulari Smr-300 dell’americana Holtec presso l’ex centrale elettrica a carbone di Cottam e fornire energia pulita e sicura al sito.
L’annuncio è stato dato alla vigilia della visita di Stato del presidente Usa Donald Trump nel Regno Unito e rafforza la cooperazione transatlantica nella fornitura di energia pulita e innovazione digitale sancita nella Atlantic Partnership for Advanced Nuclear Energy. Presentando una lunga serie di iniziative, il primo ministro britannico Keir Starmer ha parlato di fine dei veti sul nucleare e inizio di una nuova età dell’oro per l’energia nucleare.
Indice degli argomenti
Nel Nottinghamshire un data center a energia nucleare
Il progetto di Cottam copre 900 acri, di cui 150 sono destinati ai data center e altri 100 acri riservati agli Smr, che saranno sviluppati da Edf utilizzando il design Smr-300 di Holtec. L’energia per il data center da 1 GW sarà inizialmente fornita tramite la rete esistente e fonti rinnovabili, mentre i reattori nucleari dovrebbero diventare operativi negli anni 2030. Il progetto fa parte del Trent Valley Supercluster, presentato come AI Growth Zone al governo del Regno Unito.
“Il sito di Cottam offre una posizione impareggiabile, con connessioni di rete e infrastrutture critiche che ridurranno significativamente i costi di sviluppo e le tempistiche”, si legge nella nota congiunta di Holtec International, Edf Uk e Tritax Management. “Questo progetto potrebbe creare migliaia di posti di lavoro nella produzione e nell’edilizia altamente qualificati, nonché ruoli a lungo termine nelle operazioni a beneficio della comunità locale. Il progetto consentirà anche investimenti diretti esteri nel Regno Unito, compresa la produzione di combustibile nucleare e la produzione di turbine”.
Il programma in Uk trarrà beneficio dall’esperienza di Holtec a Palisades in Michigan, dove già è stato implementato l’Smr-300. Inoltre, Holtec sta perfezionando il design dell’Smr-300 in stretta collaborazione con i regolatori britannici, per un allineamento normativo Usa-Uk nel settore.
Usa e Uk insieme per l’età dell’oro del nucleare
Gli studi di fattibilità e le discussioni sugli investimenti sono già stati avviati: Holtec e Edf Uk sono impegnati insieme alle parti interessate dei governi del Regno Unito e degli Stati Uniti, tra cui Great British Energy – Nuclear e The National Wealth Fund.
“Lavorando con gli Stati Uniti, raccoglieremo i benefici di questa età d’oro del nucleare, alimentando le case britanniche con energia pulita e nazionale, offrendo posti di lavoro qualificati ben pagati e abbassando il prezzo delle bollette d’energia per sempre”, ha dichiarato il Segretario britannico all’energia, Ed Miliband.
Le altre società del nucleare coinvolte negli accordi per la generazione di energia includono Terra Power, X-energy e Last Energy e tutte hanno all’attivo negli Stati Unit progetti per l’alimentazione di dati center con il nucleare.
Quanta energia consumano i data center
Secondo il Digital Economy Report delle Nazioni Unite, il consumo di energia dai data center è aumentato drasticamente negli ultimi anni. Tra il 2018 e il 2022, il consumo di elettricità di 13 dei principali operatori di data center, tra cui Amazon, Microsoft, Alphabet e Meta, è più che raddoppiato. Nel 2022, il consumo globale di energia dei data center ha raggiunto i 460 TWh, cifra destinata a superare i 1.000 TWh entro il 2026, un valore che supera il consumo totale di elettricità della Francia (459 TWh nel 2022).
Si tratta di un aumento trainato dall’adozione di tecnologie ad alto consumo energetico, come l’intelligenza artificiale generativa, il cloud distribuito e i sistemi di edge computing. La previsione è che la domanda di elettricità per i data center più che raddoppi entro il 2030, arrivando a circa 945 TWh, l’equivalente dell’intero consumo elettrico del Giappone.
Nucleare nuova frontiera energetica
In questo scenario, il nucleare sta emergendo come una soluzione potenzialmente strategica, soprattutto negli Stati Uniti, dove è in atto una nuova traiettoria nel settore dei data center: l’integrazione dell’energia nucleare di nuova generazione. Secondo un rapporto di Deloitte, la nuova capacità nucleare che verrà installata negli Stati Uniti entro il 2033 potrebbe soddisfare fino al 10% del fabbisogno energetico totale dei data center.
La chiave di volta di questo cambiamento è rappresentata dagli Smr (Small Modular Reactors), reattori nucleari compatti e modulari, progettati per una produzione energetica decentralizzata, sicura e più facilmente integrabile rispetto agli impianti tradizionali. Questi reattori sono allineati con le esigenze dei data center, garantendo continuità, prevedibilità e zero emissioni dirette di CO2 – caratteristiche fondamentali per sostenere gli obiettivi ESG delle big tech e delle aziende hyperscaler.
Secondo Deloitte, nei prossimi dieci anni, gli Stati Uniti potrebbero mettere in funzione una nuova capacità nucleare compresa tra 3,5 e 8,5 GW, che potrà essere destinata anche al settore digitale. La localizzazione modulare dei reattori consente di posizionarli vicino alle grandi server farm, riducendo così la necessità di lunghe infrastrutture di trasporto dell’energia.
Nucleare strategico per la sostenibilità
Oltre a garantire una produzione energetica stabile, l’energia nucleare si lega a considerazioni di sicurezza energetica e riduzione della dipendenza da fonti intermittenti. I data center, infatti, necessitano di un’alimentazione continua e affidabile, una necessità che le fonti rinnovabili, sebbene fondamentali, non possono sempre soddisfare da sole. Scott Smith, leader della divisione Energy & Chemicals di Deloitte, ha affermato: “Il settore dei data center ha bisogno di soluzioni energetiche affidabili, scalabili e decarbonizzate. L’energia nucleare, specialmente nella sua forma modulare, rappresenta una delle risposte più promettenti a questa sfida”.
Grandi aziende come Amazon, Google e Microsoft stanno già valutando l’integrazione dell’energia nucleare nei propri piani di sostenibilità a lungo termine, considerando accordi di acquisto di energia (PPA) o investimenti diretti in impianti Smr.
Ostacoli e prospettive per lo sviluppo nucleare
Il percorso verso l’integrazione del nucleare nei data center non è privo di difficoltà. Le principali criticità riguardano barriere regolatorie, tempi di approvazione e resistenza dell’opinione pubblica nei confronti dell’energia nucleare, nonostante i significativi progressi in termini di sicurezza e riduzione dei rischi. Tuttavia, il rapporto suggerisce che accelerando i processi autorizzativi e promuovendo partnership pubblico-private, l’energia nucleare potrebbe consolidarsi come una componente strategica della transizione energetica digitale.
L’opzione nucleare anche per l’Europa?
Sebbene lo studio di Deloitte si concentri principalmente sugli Stati Uniti, la questione dell’energia nucleare per i data center ha una valenza globale, specialmente in Europa, dove la domanda di energia per i data center è destinata a crescere significativamente. Secondo le stime dell’Unione Europea, entro il 2030 i data center potrebbero assorbire fino al 3,2% della domanda elettrica totale. Paesi come Francia, Regno Unito e Finlandia, già dotati di un forte parco nucleare, potrebbero trarre vantaggio da questa evoluzione. Al contrario, per l’Italia, che ha scelto di abbandonare l’energia nucleare, la discussione è ancora aperta e si fa sempre più pressante, considerando la crescita esponenziale dell’economia dei dati e gli obiettivi del Green Deal.
L’iniziativa della Commissione Ue
In questo contesto, il commissario per l’Energia Dan Jørgensen ha annunciato nuove misure per accompagnare lo sviluppo sostenibile delle infrastrutture al servizio di AI e cloud computing. Non sono stati forniti dettagli sulle modalità e sui tempi, ma è probabile che le disposizioni si inseriscano nell’impianto strategico del Digital Compass. Il piano della Commissione segna la prosecuzione di un impegno più ampio per il miglioramento dell’efficienza energetica e la riduzione delle emissioni nei settori ad alto consumo, in linea con il Green Deal e gli obiettivi climatici per il 2030. Le prestazioni energetiche dei data center sono state oggetto di un esame più approfondito, in particolare nell’Europa settentrionale e occidentale, dove si sono sviluppati cluster di tali strutture attorno ai principali centri urbani e tecnologici.