Nuovi servizi cloud per gli sviluppatori

Pubblicato il 12 Ott 2011

La divisione Enterprise di Google ha annunciato una serie di nuovi
servizi cloud indirizzati agli sviluppatori che vogliono creare
applicazioni personalizzate in grado di funzionare nella nuvola.
Attualmente sono oltre 200mila nel mondo e per loro Google ha
potenziato il preesistente insieme di Cloud Services.

La novità più rilevante annunciata oggi è la disponibilità di
Google App Engine Premier, che introduce anche nell’ambiente di
sviluppo di applicazioni cloud Google App Engine (come già nelle
Google Apps for Business) la garanzia di disponibilità (uptime)
del 99,95% e la possibilità di creare un numero illimitato di
applicazioni per il proprio dominio Google Apps al costo di 500
dollari al mese.

"Questo annuncio fa di App Engine in una soluzione Platform as
a Service dotata della garanzia di stabilità indispensabile per le
aziende e apre la strada a un mondo di applicazioni verticali in
grado di funzionare nell’ambiente Google Apps for Business",
spiega Gabriele Carzaniga, Regional Sales Engineer Manager Seemea
di Google Enterprise.

"Per dare un’idea di cosa si può fare con Google App
Engine, basti pensare che questa è l’infrastruttura tecnologica
che ha supportato la valanga di accessi al sito Royal Weddings
sulle nozze di William e Kate, senza nemmeno un secondo di
crash", aggiunge Luca Giuratrabocchetta, country manager di
Google Enterprise Italia.

La seconda novità – della quale è stata annunciata per il
momento annunciata solo una preview limitata – è Google Cloud Sql
– Your database in the cloud.

Google Cloud Sql è il primo database cloud proposto da Google e
introduce un familiare database relazionale a supporto delle
applicazioni sviluppate con App Engine. Per ora, è disponibile
gratuitamente. Gli sviluppatori che vogliono provarlo possono
richiederlo a Google compilando un modulo.

Un’altra novità riguarda Google Storage for Developers,
introdotto per la prima volta l’anno scorso come prodotto
sperimentale e che ora esce dai Lab e si presenta con un nuovo nome
– Google Cloud Storage – e con nuove funzionalità di interesse
per gli sviluppatori, quali la possibilità di leggere e scrivere
file mediante le App Engine Files API. Inoltre, è stato introdotto
un nuovo pricing per la capacità storage del prodotto, che
consente risparmi fino a più del 40%.

"Anche questo è un annuncio indirizzato agli sviluppatori di
applicazioni cloud, non agli utenti finali, se non indirettamente,
cioè relativamente ai benefici che potranno avere dall’impiego
di applicazioni sviluppate con questa soluzione Infrastructure as a
Service di Google", commenta Giuratrabocchetta.

L’ultima novità è relativa a Google Prediction Api, della quale
viene annunciata ora le release 1.4 che, tra le cose più
rilevanti, introduce il supporto di Pmml v4.01 e la data anomaly
detection.

"Un esempio di come questo strumento possa essere utilizzato
è il caso di Ford, che lo impiega per la ricerca sui comportamenti
dei guidatori al fine di sviluppare veicoli a maggiore efficienza
nei consumi di carburante. Google Prediction Api può essere usato,
ad esempio, anche per gestire la proposta e i suggerimenti agli
utenti su portali e-commerce”, spiega Carzaniga.

"Leggendo sotto le technicality di questi annunci possiamo
chiaramente vedere una conferma dell’ampliamento della proposta
cloud di Google al di là del puro software as a service, per
abbracciare anche il platform e l’infrastructure as a service,
per un’offerta cloud matura e pronta per le aziende, che possono
trarre vantaggio dalla potenza e scalabilità dei Cloud Service di
Google senza però la complicazione del deployment delle
applicazioni", conclude Giuratrabocchetta.

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