Oracle contro Hp, riparte il j’accuse

Si riapre il “caso Mark Hurd”, ma secondo gli osservatori dietro la rinnovata polemica si nasconde l’agguerrita competizione sulle strategie

Pubblicato il 12 Ott 2010

Dopo le recenti dichiarazioni che segnalavano una possibile tregua,
Oracle e Hp sembrano di nuovo ai ferri corti e al centro della
polemica c’è ancora Mark Hurd, l’ex Ceo di Hewlett Packard
costretto ad agosto a dimettersi per il “sex-gate” e di recente
assunto da Oracle come co-president. Ieri il nuovo chairman di Hp
Ray Lane ha lanciato una serie di accuse contro Hurd sostenendo che
il manager ha “ripetutamente mentito” al cda dell’azienda nel
corso dell’indagine sulle presunte molestie sessuali che hanno
portato al suo allontanamento.

Lane, uno dei grandi venture capitalist americani ed egli stesso un
ex di Oracle (è stato presidente della compagnia dieci anni fa),
si è lasciato andare alle pesanti dichiarazioni in una lettera
spedita al New York Times, replicando a un articolo uscito nel fine
settimana in cui il prestigioso giornale sosteneva che i passi
falsi di Hurd sono stati poca cosa in confronto a quelli di Leo
Apotheker, il nuovo chief executive di Hp. “Mr Hurd ha violato la
fiducia del board ripetutamente mentendo ai suoi membri nel corso
dell’indagine sulla sua condotta”, ha replicato Lane. Hp non ha
voluto aggiungere spiegazioni e Hurd si è celato nel no
comment.

Accuse a parte, secondo il Financial Times lo scontro di
personalità evidenziato da queste polemiche nasconde le recenti
trasformazioni strategiche di Hp che la stanno sempre più portando
a una diretta rivalità con Oracle. Hp continua a vendere grandi
computer su cui gira il software per database di Oracle, ma vuole
anche vendere il proprio software. A sua volta, Oracle è entrata
nel segmento computer comprando Sun Microsystems.

La vicenda dell’allontamento di Hurd da Hp è molto dibattuta
negli Stati Uniti perché sembra non trovare una spiegazione
convincente. Hurd ha fatto di Hewlett-Packard la più grande
azienda dell’industria tecnologica. Eppure, è stato rapidamente
allontanato. Nei giorni successivi alle sue dimissioni Hp ha
dichiarato di aver portato alla luce delle spese inappropriate che
nascondevano una relazione personale di Hurd con una ex attrice
divenuta consulente di marketing e che organizzava feste per i
clienti di Hp.

Questa spiegazione non ha mai convinto del tutto gli investitori e
gli executive dell’industria tecnologica, perché Hp in realtà
non ha dimostrato che ci fosse effettivamente una relazione fisica
tra Hurd e la collaboratrice né ha potuto provare le accuse mosse
dalla donna secondo cui il suo contratto non sarebbe stato
rinnovato perché si era rifiutata di cedere alle avance del Ceo.
L’ex numero uno di General Electric Jack Welch ha detto in
un’intervista alla tv americana che il cda di Hp “ha diversi
problemi” e che probabilmente la ragione del licenziamento di
Hurd deve risiedere altrove.

Oracle comunque non è stata a guardare: il chief executive Larry
Ellison ha attaccato il board di Hp sia prima che dopo aver assunto
Hurd e questo mese ha dichiarato sul Financial Times che prendere
Apotheker come Ceo è una scelta all’insegna della disonestà.
Ellison si riferisce alla causa ancora in corso intentata da Oracle
contro Apotheker per violazione della sua proprietà intellettuale
ai tempi in cui Apotheker era dirigente di TomorrowNow, filiale di
Sap; l’executive ha ammesso, in una recente deposizione in
tribunale, di essere avuto accesso, senza la necessaria
autorizzazione, al software di Oracle. Proprio questa vicenda era
al centro del citato articolo del New York Times, ma Lane di Hp ha
liquidato la questione scrivendo che Oracle “non ha mai potuto
provare che Apotheker fosse coinvolto”.

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