IL CASO

Orange, Richard incontra Netanyahu: “Nessun boicottaggio contro Israele”

L’Ad della telco vola e Gerusalemme e chiude la polemica sul ritiro del marchio e la chiusura del rapporto con l’operatore locale Partner: “Affermazioni dovute non a considerazioni politiche, ma a strategie commerciali”

Pubblicato il 12 Giu 2015

A.S.

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“Voglio chiarire in modo definitivo che Orange è un’azienda che non ha mai sostenuto e mai sosterrà alcun tipo di boicottaggio contro Israele”. Lo ha dichiarato Stephane Richard, amministratore delegato della telco francese, che oggi a Gerusalemme ha incontrato il premier israeliano Benyamin Netanyahu, chiudendo la polemica che era divampata nei giorni scorsi. Richard – giunto ieri in Israele su invito del primo ministro – ha voluto sottolineare il proprio “profondo rammarico per l’impatto venuto dal contesto e dall’interpretazione” delle sue affermazioni dei giorni scorsi: “Non erano dovute a considerazioni politiche – ha spiegato – ma solo da strategie commerciali di marchio”.

La settimana scorsa, dal Cairo, Richard aveva suscitato un’ondata di polemiche affermando che sarebbe stato pronto ad andarsene il giorno dopo dal mercato israeliano se avesse potuto farlo senza danni economici per la società. Un’affermazione che era stata interpretata come una presa di posizione a favore della campagna di boicottaggio in atto contro lo Stato ebraico rispetto alle politiche del governo Netanyahu nella Cisgiordania occupata. Il giorno dopo Orange aveva reso pubblica l’intenzione di tagliare la collaborazione con Partner, azienda affiliata in Israele. Di fronte alla forte reazione israeliana, con appelli all’intervento del governo francese e richieste di dimissioni dell’ad, Richard aveva fatto marcia indietro, ribadendo la presenza sul mercato israeliano e l’intenzione di restarvi.

A rinfocolare le polemiche in occasione delle dichiarazioni di Richard dal Cairo c’era stato il fatto che in molti le avevano collegate al rapporto pubblicato nelle ultime settimane da un gruppo di Ong, intitolato “i legami pericolosi di Orange nel territorio palestinese occupato”. Le Ong chiedevano al Governo francese, azionista dell’operatore tlc, di intervenire per mettere un termine all’accordo tra Orange e Partner. Indirettamente, sostenevano, Orange con questa partnership si sarebbe resa complice dell’occupazione palestinese in Cisgiordania.

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