IL CONVEGNO EY CAPRI

Padoan: “Vogliamo uno Stato 4.0, aziende aiutateci a farlo”

Il ministro dell’Economia: “Le tecnologie dell’informazione centrali per semplificare la vita ai cittadini ma anche per trasformare la PA. Imprese e società ci dicano cosa serve e come sfruttare le nuove tecnologie per tradurle in strumenti”

Pubblicato il 08 Ott 2015

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“Ci deve essere uno Stato 4.0, o meglio una PA 4.0″: il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan non ha dubbi sulla “forza” che il digitale può avere per la ripresa dell’economia italiane anche in termini di nuova occupazione. E lancia l’appello alle imprese del settore Ict in un videomessaggio trasmesso a Capri in occasione del convegno EY “Digitale per la crescita”.

“Non è un caso che la riforma della PA sia considerata chiave nelle politiche del governo. Ma serve una sintesi fra ciò che vogliono l’industria e i cittadini e ciò che la PA può fornire. La fatturazione elettronica è solo un esempio. Il governo si impegna a fare sforzi verso la crescita mettendo a disposizione strumenti finanziari e regolatori. Ma abbiamo bisogno che il mondo imprese e la società ci dicano cosa serve e come sia possibile sfruttare le nuove tecnologie e tradurle in misure specifiche e capire quali sono quelle più efficaci. Auspico dialogo crescente fra governo e mondo delle imprese”, ha detto Padoan.

Secondo il ministro “Paesi come l’Italia devono collocarsi sulla frontiera della tecnologia. Fonti di crescita più elevate e di occupazione si trovano in più innovazione e più investimenti in tecnologia. Non partiamo da zero. L’economia italiana è la seconda in Europa e può essere considerata competitiva a livello mondiale su molti fronti. Scontiamo enormi ritardi ma abbiamo anche molte potenzialità. Il compito della politica e del governo è farle esplodere”. Come fare? “Serve un uso più intelligente possibile di tutti gli strumenti – evidenzia il ministro -. Ma per introdurre nuove tecnologie e sfruttare nuove conoscenze bisogna investire”. Padoan ha acceso i riflettori sull’Indutria 4.0 come “modello” di riferimento: “Prova a mettere insieme la forza dell’industria da settori come quelli delle Tlc. Le nuove tecnologie Ict hanno per loro natura carattere pervasivo, sono l’equivalente di rivoluzioni quali la corrente elettrica, la macchina a vapore, le ferrovie. Se è questo il modo in cui si prefigura l’industria allora lo Stato deve fare un salto adeguato”

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