IL CASO SECURITY

Pechino a Washington: “Sulla cyber-security è ora di collaborare”

La Cina chiede un tavolo congiunto con gli Usa per affrontare la questione. Il portavoce del ministero degli Esteri Hong Lei: “Bisogna formulare regolamenti internazionali in materia di cyberspazio”

Pubblicato il 22 Mag 2013

Patrizia Licata

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Cyber-crime, la Cina invita gli Stati Uniti a trasformarsi in alleati. La Tigre Asiatica ha fatto appello a Washington per uno scambio di comunicazioni sulla sicurezza cibernetica, come rivelato dal portavoce del ministero degli Esteri cinese Hong Lei.


Come noto, gli Usa hanno più volte accusato la Cina di essere origine di attacchi informatici – accuse regolarmente respinte da Pechino. Per Hong Lei è invece ora di collaborare perché la sicurezza informatica è una questione globale che interessa non solo Stati Uniti e Cina ma tutti i paesi. Le dichiarazioni del portavoce cinese sono arrivate in una conferenza stampa in cui al ministro degli Esteri è stato chiesto di commentare le accuse degli enti governativi e delle aziende americane che sostengono di essere state vittima di cyber-attacchi da parte di enti militari cinesi. Hong Lei ha ribattuto che anche la Cina è vittima di agguati informatici, ma non per questo accusa gli Stati Uniti di esserne gli orchestratori.

“Ci piacerebbe sederci a uno stesso tavolo con la controparte americana”, ha detto Hong Lei, “per discutere della questione e avviare un canale di comunicazione anche sulla formulazione dei regolamenti internazionali per salvaguardare congiuntamente la pace, la sicurezza, l’apertura e la cooperazione nel cyberspazio”.

Neanche un mese fa l’azienda simbolo della Cina per quel che riguarda il mercato telecom, Huawei, ha annunciato la sua rinuncia al mercato delle attrezzature di rete di telecomunicazione negli Stati Uniti proprio per l’opposizione del governo americano, preoccupato da possibili ripercussioni sulla sicurezza nazionale. Washington ha sempre contrastato le iniziative del gruppo cinese temendo che dietro le sue attrezzature di networking si possano celare strumenti per il cyber-spionaggio e minacce alla cyber-sicurezza.

Che la Cina sia considerata una minaccia per i segreti industriali delle aziende Usa è dimostrato anche dal Verizon 2013 Data Breach Investigation Report, secondo cui il 96% di tutti gli attacchi di cyber-spionaggio globali è orchestrato dalla Cina. In più a ottobre, un rapporto del Congresso americano definiva ufficialmente Huawei e la sua concorrente cinese Zte, “minacce alla sicurezza nazionale”. Pechino nega però che ci siano prove concrete per affermare che la Cina sia l’origine principale delle cyber-minacce e fa appello oggi alla cooperazione per quella che indica come un’emergenza globale e non uno spinoso capitolo dei suoi rapporti con gli Stati Uniti.

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