La startup dell’intelligenza artificiale Perplexity AI ha messo sul piatto un’offerta da 34,5 miliardi di dollari per acquistare il browser Chrome di Google, come riportato dal Wall Street Journal e ribattuto da altri media Usa. Si tratta di una cifra quasi due volte superiore all’attuale valutazione di Perplexity, ma la società ha detto che diversi investitori del venture capital hanno accettato di sostenere l’operazione.
Avviata nel 2024 con una valutazione di 500 milioni di dollari, a luglio il valore di Perplexity è stato stimato a 18 miliardi.
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Perplexity vuole Chrome: battaglia sui browser AI
Perplexity è conosciuta per il suo motore di ricerca basato sull’intelligenza artificiale che fornisce agli utenti risposte semplici alle domande e i link alle fonti originali sul web. Il mese scorso la startup ha anche lanciato il suo browser basato sull’intelligenza artificiale chiamato Comet.
Perplexity sta emergendo tra colossi dell’intelligenza artificiale generativa, come Meta e OpenAI, facendo leva sia sulla tecnologia che sull’attrazione dei talenti e dei manager con maxi stipendi e bonus. A inizio anno Perplexity è stata avvicinata proprio da Meta per una possibile acquisizione, ma non ne è scaturito alcun deal.
Per l’Antitrust Usa Google deve cedere Chrome
Chrome non è una preda inaspettata. L’offerta di Perplexity per il browser arriva dopo il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha proposto a Google di disinvestire in Chrome come parte dei “rimedi” imposti a seguito della causa antitrust che il colosso di Mountain View ha perso l’anno scorso. Il giudice federale ha stabilito che Google con Chrome ha raggiunto una condizione di monopolio nel suo mercato principale della ricerca su Internet e ciò viola le norme antitrust degli Stati Uniti.
Chrome, che Google ha lanciato nel 2008, fornisce al gigante della ricerca i dati che poi utilizza per indirizzare gli annunci. Per il Dipartimento di Giustizia vendere Chrome creerebbe uno scenario competitivo più equo nel settore della search.
Google ha protestato contro la richiesta del Dipartimento di Giustizia definendola “frutto di un interventismo radicale” e “assolutamente proporzionata”. La big tech non ha ancora indicato come intende adeguare la propria attività a seguito della sentenza antitrust.
Le ambizioni di Perplexity: nel mirino anche TikTok
L’offerta per Chrome non è la prima che Perplexity avanza. Le ambizioni della startup si sono già manifestate con la proposta di fusione con TikTok, l’app dei video brevi, presentata a gennaio ma finora rimasta in sospeso.
Come noto, il futuro di TikTok negli Stati Uniti è in bilico dal 2024, quando il Congresso ha approvato un disegno di legge che intende vietare la piattaforma a meno che il suo proprietario cinese, ByteDance, non esca dalla proprietà vendendo a un’azienda americana.
AI e telco, al via le alleanze
I prodotti delle startup dell’AI come Perplexity stanno attraendo l’attenzione anche degli operatori mobili. Molti iniziano a costruire architetture di servizio e narrazioni pubbliche attorno all’uso dell’AI, oltre che offerte commerciali mirate. Un esempio è l’inclusione dell’app Perplexity Pro nei pacchetti di abbonamento delle grandi telco degli Stati Uniti, una strategia simile al bundling di servizi OTT come Netflix.
In Italia, da luglio, anche un nostro operatore, Tim, offre ai suoi clienti consumer accesso gratuito per un anno a Perplexity Pro. Il servizio, dedicato ai clienti fissi e mobili (grazie all’integrazione con il programma fedeltà Tim Party), si propone come un importante strumento per migliorare e semplificare le attività quotidiane.
“Con questa iniziativa mettiamo l’intelligenza artificiale al servizio delle persone, rendendola davvero accessibile a tutti i clienti Tim”, ha dichiarato Andrea Rossini, Chief Consumer officer di Tim. Il servizio di intelligenza artificiale rappresenta un importante passo per la compagnia, che sta cercando di trasformare ogni interazione in un’opportunità per migliorare l’esperienza digitale dei propri clienti.
Il mercato si scalda: le startup dell’AI da tenere d’occhio
Il mercato dell’AI è sempre più ricco di player. Secondo CbInsights, società di analisi di mercato che da otto anni stila la classifica delle 100 aziende private dell’intelligenza artificiale più promettenti al mondo, a marzo 2024 i protagonisti dell’AI hanno raccolto oltre 28 miliardi di dollari in più di 240 operazioni azionarie. OpenAI ha catalizzato da sola oltre il 40% di questo totale, con 12 miliardi di dollari. Il 25% delle aziende in classifica ha raccolto meno di 10 milioni di dollari, e alcune non hanno raccolto alcun finanziamento di venture. Poco più di due terzi (68%) si trovano nelle prime fasi di raccolta fondi (seed/angel e Serie A) o non hanno ancora raccolto capitale esterno. La classifica del 2024 comprende 19 unicorni con una valutazione superiore a 1 miliardo di dollari.
L’AI 100 comprende un mix di aziende in diversi stadi di maturità, sviluppo del prodotto e fatturato. Hugging Face, una piattaforma infrastrutturale di AI incentrata sullo sviluppo open source, ha uno dei multipli di fatturato più alti, pari a 150x (30 milioni di dollari di fatturato nel 2023 con una valutazione di 4,5 miliardi di dollari). Segue Perplexity, che sta sviluppando un’alternativa ai motori di ricerca tradizionali, con un multiplo di 65x.
Le startup con sede in Europa rappresentano il 19% dell’elenco e comprendono aziende con sede nel Regno Unito, in Francia e in Germania.
Oltre un terzo dei top 100 si concentra sulla creazione di infrastrutture di base per l’AI, dai modelli di base ai chip passando per le piattaforme di sviluppo. Un totale di 30 fornitori si concentra su soluzioni orizzontali (cioè trasversali ai settori) come l’automazione della codifica, gli strumenti per i creatori e la ricerca, mentre 34 aziende sono specializzate in settori verticali come i giochi, la sanità, l’istruzione e la produzione.