Più della metà dei Cio europei a digiuno di cloud computing

Secondo un’indagine della società di analisi Portio il 56% dei responsabili IT delle aziende di 13 Paesi europei non ha familiarità con la tecnologia

Pubblicato il 17 Nov 2009

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Il 56% dei Cio europei non ha familiarità con le tecnologie cloud.
È quanto emerge da un’indagine commissionata da Colt alla
società di ricerche internazionale Portio. Secondo i risultati
dell’indagine, che ha coinvolto Cio e responsabili IT aziendali
in 13 Paesi europei, il tasso di adozione del cloud computing è
direttamente proporzionale alla conoscenza dei servizi basati sulla
tecnologia. Non a caso, la maggior parte (il 77%) dei Cio che hanno
familiarità con la tecnologia – ossia il 46% degli intervistati
– ha già adottato o sta valutando l’adozione dei servizi di
cloud computing.

Il settore pubblico si colloca ai livelli più bassi in termini di
familiarità con il Cloud: solo il 37% dei responsabili IT afferma,
infatti, di conoscere questa tecnologia.

"Questa ricerca dimostra chiaramente che per molti decision
maker in ambito IT, il cloud computing costituisce già parte
integrante delle proprie strategie, tuttavia si può dire che sia
un dato critico che il 56% degli intervistati abbia dichiarato di
non possedere una conoscenza approfondita di questa tecnologia
–commenta Maggy McClelland, Managing Director di Colt Managed
Services -. Si parla molto di cloud computing in termini
sensazionalistici e tutto ciò potrebbe confondere la realtà dei
fatti. Solo i consulenti attendibili hanno il compito di informare
CIO e responsabili decisionali in materia di IT circa i potenziali
vantaggi del cloud computing. È chiaro quale sia il vantaggio di
cogliere questa opportunità: la crescita esponenziale dei servizi
legati al cloud computing si realizzerà, ma solo se il settore
sarà in grado di fare quei passi significativi necessari a
migliorare i livelli di conoscenza dei i responsabili IT".

Colt ha adottato e sta promuovendo la definizione di cloud
computing emessa dal National Institute of Standards and Technology
(NIST), ed è convinta che la disponibilità di standard di settore
sia fondamentale per l’attività di informazione dei Cio in
materia. "Il cloud computing – continua McClelland – è
destinato sicuramente a crescere, ma affinché il settore possa
sviluppare e mantenere credibilità, gli operatori di questo
mercato devono garantire la condivisione degli standard operativi.
La definizione degli standard e il consenso su ciò che
rappresentano le prassi ottimali contribuiranno a fornire una
maggiore credibilità nel mercato. Questo servirà anche agli
operatori di servizi come base su cui creare messaggi semplici e
trasparenti, che dovranno basarsi sui vantaggi per il business che
derivano dall'adozione di questi servizi, anziché contribuire
a creare ulteriore disinformazione rispetto al gergo tecnico che
attualmente domina il settore: ciò significa un passo fondamentale
verso la maturità del cloud computing".

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