LA RICERCA

Polimi: Internet of Things, in Italia 6 milioni di oggetti connessi

Il Politecnico di Milano evidenzia un aumento del 20% in un anno per un valore di mercato di 900 milioni di euro (+11%). Nelle smart city i benefici più tangibili: riflettori puntati su illuminazione pubblica e raccolta rifiuti

Pubblicato il 06 Feb 2014

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Nel 2013 in Italia si contano 6 milioni di oggetti interconnessi tramite mobile, in aumento del 20% rispetto al 2012. Il valore del mercato delle soluzioni Internet of Things basate su rete cellulare raggiunge i 900 milioni di euro, con una crescita dell’11%, in controtendenza rispetto alla flessione registrata dal mercato Ict. Lo rileva la ricerca dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano. Tra gli ambiti in maggiore espansione, si segnalano in particolare quello della Smart Car, con oltre 2 milioni di auto connesse e un fatturato in crescita del +35%, e della Smart Home & Building in cui, oltre alla soluzioni tradizionali, si affermano nuove applicazioni orientate direttamente al consumatore. La Smart City rimane uno dei principali campi di sviluppo dell’Internet of Things, ma in Italia l’impiego rimane ancora circoscritto a poche applicazioni dai ritorni certi, in particolare nell’illuminazione pubblica e nella raccolta dei rifiuti.

“Nel 2013 l’Internet of Things ha visto alcune dinamiche di lenta evoluzione affiancarsi ad alcuni elementi di slancio e novità – spiega Alessandro Perego, responsabile scientifico dell’Osservatorio Internet of Things –. Da un lato, si assiste ad una crescita organica delle applicazioni più consolidate che ancora oggi rispondono al bisogno di connettività facendo leva sulla rete cellulare. Dall’altro, si muovono ambiti di applicazione meno consolidati. In particolare lo Smart Home & Building, che è il terreno di sbarco di una pletora di nuove soluzioni spesso rivolte direttamente all’utente consumer, dalla gestione domestica alla sfera personale. E poi lo Smart Car, in cui si assiste ad una accelerazione del percorso verso l’auto connessa, a fianco delle applicazioni più tradizionali”.

Nel 2013 sono saliti a 6 milioni gli oggetti interconnessi tramite rete cellulare con una crescita del 20% rispetto al 2012, che conferma l’espansione a doppia cifra già registrata negli scorsi anni, +13% nel 2011 e +25% nel 2012. Tra questi, si contano più di 2 milioni di auto e diverse centinaia di migliaia di automezzi per il trasporto merci, ascensori e contatori gas.

Nello specifico, il 47% del totale degli oggetti interconnessi via rete cellulare in Italia è costituito da autovetture (Smart Car), il 26% da applicazioni di Smart Metering e Smart Asset Management nelle Utility, il 10% da applicazioni di Smart Asset Management in altri contesti come il monitoraggio di gambling machine e ascensori (+18%), il 9% di Smart Home & Building, il 5% di Smart Logistics e il 2% di Smart City & Smart Environment.

Anche analizzando il fatturato complessivo, è lo Smart Car l’ambito che evidenzia il maggiore tasso di crescita (+35% rispetto al 2012) e che costituisce la quota più importante: con il 31% del valore totale del mercato delle soluzioni Internet of Things, supera lo Smart Home & Building (21%). A breve distanza, si collocano le soluzioni di Smart Metering e Smart Asset Management nelle Utility (19%), seguite quelle di Smart Logistics per il trasporto (13%) e dalle altre applicazioni di Smart Asset Management (8%). Il 73% del valore di mercato (circa 660 milioni di euro) deriva da soluzioni basate interamente su rete cellulare, mentre il restante 27% è legato invece a soluzioni “miste”, che vedono l’impiego di altre tecnologie – come ad esempio Power Line Communication o tecnologie radio – per la raccolta dei dati dal campo.

Lo Smart Car è l’ambito dell’Internet of Things più dinamico e rilevante dal punto di vista numerico in Italia. Nel 2013, si contano oltre 2 milioni di auto connesse (+35% sia in termini numerici che di fatturato rispetto al 2012), il 95% delle quali attraverso applicazioni per l’utilizzo di box Gps/Gprs per la localizzazione dei veicoli privati e la registrazione dei parametri di guida a scopo assicurativo. E in futuro saranno sempre di più i veicoli con Sim cellulare a bordo: dall’8% del totale dei mezzi circolanti, si stima che nel 2016 le macchine connesse in Italia rappresenteranno circa il 20%, per un totale di oltre 7,5 milioni di auto. La crescita dello Smart Car nei prossimi anni sarà legata a un significativo aumento della diffusione di veicoli “nativamente connessi” anche grazie allo stimolo della normativa eCall, in base a cui da ottobre 2015 tutti i nuovi modelli immessi sul mercato dovranno poter effettuare chiamate automatiche di emergenza.

L’altro ambito che mostra un grande dinamismo in Italia è lo Smart Home & Building, che rappresenta un quinto del fatturato delle soluzioni IoT. Accanto al consolidamento delle soluzioni tradizionali di domotica e automazione industriale basate su tecnologia cellulare, nel 2013 sono nate tante nuove soluzioni rivolte direttamente al consumatore che mirano al comfort e alla sicurezza. Nel prossimo futuro, sarà determinante l’impatto della tecnologia Bluetooth Low Energy (Ble), in grado di facilitare la connessione di oggetti intelligenti di uso quotidiano e dispositivi mobili in ambito domestico. Oggi, infatti, circa l’1% delle abitazioni in Italia è dotato di dispositivi per il telecontrollo del riscaldamento e/o l’antintrusione, ma con l’affermarsi delle tecnologie wireless all’interno dell’abitazione e con la crescente disponibilità di dispositivi Ble si arriverà a più di 3 milioni di oggetti domestici connessi nel 2016 in Italia.

E con l’aumento del numero e della varietà dei dispositivi, sarà sempre più necessario garantire l’interoperabilità tra soluzioni di fornitori diversi, attraverso piattaforme (come MiOS o Revolv che si sono affacciate in USA) che unifichino l’esperienza dell’utente, sia in fase di sviluppo e configurazione che nella gestione degli oggetti intelligenti.

La Smart City rimane uno dei principali campi di applicazione dell’Internet of Things. Ad oggi, però, in Italia, nonostante tante sperimentazioni, le applicazioni avviate sono ancora circoscritte a poche funzionalità dai ritorni certi. La presenza di benefici tangibili di efficienza e di qualità del servizio erogato, infatti, rappresenta il fattore chiave che spiega le implementazioni più diffuse e consolidate.
La ricerca dha analizzato 116 città (51 in Italia, 65 all’estero), per un totale di 258 applicazioni Smart City abilitate dalle tecnologie IoT. L’illuminazione pubblica intelligente rappresenta l’ambito trainante, con oltre 200 città che hanno installato applicazioni per il telemonitoraggio e il telecontrollo dei lampioni negli ultimi tre anni (13% delle applicazioni totali, 30% delle città analizzate), per un totale di oltre 400.000 lampioni connessi a fine 2013. Nel 2013, con 12 milioni di euro, l’illuminazione intelligente rappresenta il 18% del valore complessivo della Smart City in Italia. Seguono le applicazioni di raccolta rifiuti per l’identificazione dei cassonetti e il supporto alla tariffazione puntuale (13% delle applicazioni, 28% delle città analizzate). Si diffonde una progressiva multifunzionalità, con oggetti che condividono la dotazione tecnologica tra più applicazioni: oltre il 30% dei progetti avviati in Italia e all’estero dal 2012 tocca almeno due ambiti applicativi, il 12% almeno tre.

“Sulla Smart City in Italia siamo ancora nella fase iniziale di un percorso di trasformazione lungo e complesso – dice Perego – su cui continuano purtroppo a incidere in maniera negativa gli effetti indotti dall’attuale crisi economica, in particolar modo sulla capacità di spesa delle Pubbliche Amministrazioni. Osserviamo con soddisfazione, però, che sempre più spesso gli investimenti in progetti Smart City iniziano a inserirsi in una ‘regia comune’ cittadina, entro cui le singole applicazioni avviate anche da attori distinti possono inserirsi in modo coeso e più aderente ai bisogni e alle risorse della comunità”.

E lo IoT è uno dei settori in cui le start up sono più attive in Usa e in Europa E’ soprattutto l’ambito Smart Home & Building ad essere al centro degli interessi delle startup: le iniziative in quest’area sono cresciute più del 200% nell’ultimo biennio e il 37% delle startup rilevate offre soluzioni in questo ambito. L’offerta è molto ampia e va dal monitoraggio dei parametri ambientali (Sensorist, Variable) alla security (August Smart Lock, Lockitron), dal comfort (WigWag, Ube) al risparmio energetico (Nest Labs, FutureDash), fino alla salute della persona (Bionym, Canary). La maggior parte delle soluzioni si concentra sulla dimensione domestica (Smart Home), con una prevalenza di applicazioni di security, risparmio energetico e comfort.

Negli ultimi anni, crescono in particolare le startup con applicazioni e soluzioni consumer (passate dal 27% al 45% nel biennio 2012-2013), secondo un modello basato principalmente sul canale di vendita online. Le startup B2c si polarizzano verso il mondo Smart Home e verso i cosiddetti “wearable objects”. Tratto comune è l’utilizzo di App su dispositivi mobili per la fruizione del servizio, con smartphone e tablet che diventano il mezzo principale attraverso cui l’oggetto intelligente si aggancia alla rete Internet.

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