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Privacy, Google alla Ue: “Non sospenderemo l’avvio delle nuove norme”

Respinto l’invito della Commissione europea che aveva richiesto di prorogare i tempi dell’entrata in vigore delle nuove regole per valutarne la conformità alle leggi continentali. Mountain View dice no: “Si rischia di creare confusione tra gli utenti”

Pubblicato il 03 Feb 2012

F.Me.

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Google respinge la richiesta di sospensione dell’avvio delle sue nuove norme sulla privacy chiesta dalla Commissione europea perché – spiega una nota – “ritardare l’introduzione delle nuove norme causerebbe una notevole confusione”. Una portavoce di Google ha anche osservato che il gruppo di lavoro Articolo 29 , consulente della Ue in tema di tutela dei personali non ha “l’autorità per chiedere tale rinvio”.

“Abbiamo informato la maggior parte dei membri del gruppo di lavoro nelle settimane precedenti al nostro annuncio – è scritto nella nota -. Nessuno di loro ha espresso preoccupazioni sostanziali in quella sede, ma naturalmente siamo felici di parlare con qualunque Autorità Garante della Privacy che abbia domande da rivolgerci”.
“Per annunciare le nostre nuove norme sulla privacy – conclude il testo di Google – abbiamo fatto la più ampia comunicazione agli utenti della nostra storia. Ritardare l’introduzione delle nuove norme causerebbe una notevole confusione”.

Il gruppo di lavoro Articolo 29 ha inviato una lettera a Larry Page, fondatore e eeo della società di Mountain View, per informare che la Cnil, authority francese per la protezione dati, è stata incaricata di valutare la riforma e di chiedere a Google “una pausa” per l’avvio del nuovo sistema, dando tempo per farne una valutazione completa.

La scorsa settimana il commissario responsabile per la Giustizia, Viviane Reding, ha lanciato la proposta di rivoluzionare gli standard europei per la privacy in Rete, includendo il “diritto all’oblio”. Proprio in contemporanea con il lancio dell’iniziativa europea, Google ha fatto apparire su tutti i suoi servizi l’annuncio di una revisione della ‘policy’ per la conservazione dei dati personali.

“E’ bene vedere che il gruppo di lavoro Articolo 29 ha preso in mano questo argomento – ha commentato oggi la Reding – Abbiamo bisogno di avere una chiara e forte applicazione delle norme sulla protezione dei dati ovunque in Europa, così come serve una certezza legale per cittadini e aziende. Perciò la Commissione europea chiede alle autorità europee per la protezione dei dati di assicurarsi che la nuova policy di Google sulla privacy rispetti pienamente la legge europea”.

Il gruppo di lavoro Articolo 29 prende il nome dalla norma della direttiva 46 del 1995 (quella che attualmente definisce le regole per la privacy in internet) che appunto istituisce un ‘gruppo per la tutela delle persone con riguardo al trattamento dei dati personali’.

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