GIUSTIZIA

Processo telematico in Cassazione, incognita e-skills

La procedura digitale sarà operativa dal 15 febbraio prossimo. Ma resta da sciogliere il nodo delle competenze degli addetti ai lavori. Il primo presidente Giovanni Canzio chiede ai legislatori di potenziare i tirocini formativi

Pubblicato il 01 Feb 2016

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Dal Primo Presidente della Corte di Cassazione Giovanni Canzio, in occasione dell’apertura dell’anno giudiziario, la richiesta di fare ricorso, anche per il processo di legittimità, all’ utilizzo degli strumenti informatici e alle comunicazioni telematiche. Le comunicazioni telematiche, infatti, saranno obbligatorie già dal prossimo 15 febbraio, in forza di un recente decreto ministeriale, anche per i giudizi in Cassazione. Questo il primo passo per l’avvio anche per i giudizi presso la Corte della digitalizzazione considerata come uno dei rimedi per abbattere l’arretrato che nel civile, ad oggi, è di circa 105.000 procedimenti, molti dei quali pendenti da oltre tre anni, arretrato che è in crescita considerato che ogni anno la Corte riesce a smaltire un numero di processi che non pareggia con quelli nuovi iscritti.

Accanto alla digitalizzazione e all’infrastrutturazione telematica essenziale, però, anche per il Presidente, sono sempre le risorse umane e da qui la sua proposta al legislatore di un necessario potenziamento dei tirocini formativi per i giovani laureati in giurisprudenza, anche nella prospettiva dell’estensione per legge alla Corte di Cassazione del regime di cui all’art. 73 del d.l. n. 69/2013, così da poter costituire con tirocinanti e magistrati, anche onorari, assistenti di studio, l’ufficio per il processo di cassazione, che è implicita ammissione, che anche nei vertici dell’organizzazione giurisdizionale, è chiara la consapevolezza che il tecnocentrismo del PCT non è la soluzione per rendere efficiente la giustizia.

Occorre, però, ed è necessario ricordarlo, anche una nuova azione del Giudice-legislatore di Cassazione che in ragione della crisi del primato della legge deve acquisire non solo maggiore saggezza pratica nell’esercizio dell’ars interpretandi, per arresti sul “precedente”, e ciò per evitare che i bizantinismi della giurisdizione di merito spingano verso il diritto “liquido” ma anche per un’autoriforma. Da qui la necessità che la Cassazione sappia dimostrare la sua capacità di mettere in campo misure organizzative radicali e un diverso approccio culturale al processo elettronico per costituire quella prima automazione del processo di legittimità che sappia adottare forme semplificate sulla base di “protocolli logici informatizzati” che basandosi sul “precedente” possano trarre dall’archivio “dinamico” del massimario della Corte, ideato dal compianto Prof. Renato Borrusso, le prime motivazioni per le udienze filtro di selezione dei ricorsi in tema di loro ammissibilità. Tutto ciò presuppone, però, comuni regole tecniche che muovendo del nuovo CAD, di imminente pubblicazione, siano direttamente applicabili alla giustizia digitale.

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