I RISULTATI

Qualcomm, sui profitti sindrome cinese. Ora la barra è su droni e wearables

Utili in picchiata anche per effetto della rinegoziazione delle licenze in Cina dopo la multa antitrust. Trend negativo ancora nel prossimo trimestre, ma il piano di ristrutturazione va avanti e il chipmaker guarda a nuovi settori e all’M&A

Pubblicato il 05 Nov 2015

Patrizia Licata

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Continua il trend negativo per Qualcomm che ancora nell’ultimo trimestre (il quarto trimestre fiscale per il colosso californiano dei chip) registra un crollo degli utili, soprattutto per effetto del rallentamento delle vendite in Cina dopo che Qualcomm è stata costretta a modificare le sue modalità di licensing nel Paese asiatico. A inizio anno, infatti, la società di San Diego ha pagato una multa di 975 milioni di dollari nel contesto di un patteggiamento con l’Antitrust cinese che le ha imposto una serie di cambiamenti alle pratiche di concessione delle licenze per i cellulari venduti in Cina.

Nel trimestre terminato a settembre, l’utile netto di Qualcomm è crollato addirittura del 44% a 1,1 miliardi di dollari e l’Eps è sceso a 0,67 dollari, pur se in linea con quanto previsto dal chipmaker di San Diego. Anche le revenues risultano in calo del 18% anno su anno a 5,5 miliardi di dollari, ma il risultato si colloca nella parte più alta della forchetta indicata in precedenza da Qualcomm, perché le vendite di MSM (Mobile Station Modem) sono state più forti del previsto e hanno aiutato a bilanciare i ritardi nella negoziazione delle nuove licenze in Cina. Già il terzo trimestre fiscale del 2015 si era chiuso con una flessione del 14% dei ricavi e utili netti in picchiata del 35% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Il risultato dell’ultimo trimestre include un costo di 190 milioni per la ristrutturazione aziendale che Qualcomm ha annunciato a luglio, dopo un accordo con l’azionista Jana Partners. In base a questo piano di “riallineamento aziendale”, Qualcomm renderà più snella ed efficiente la struttura interna arrivando a tagliare costi per 1,4 miliardi di dollari e migliorando tanto l’execution quanto le prestazioni finanziarie.

Qualcomm ha confermato che le riduzione delle spese previste saranno raggiunte il prossimo anno e ha sottolineato che il suo nuovo processore di punta Snapdragon 820 sta riscuotendo successo sul mercato. L’azienda mira a “uscire dall’anno fiscale 2016 con un andamento finanziario in miglioramento” ma ha anche fatto sapere che non darà più una guidance per i risultati annuali bensì fornirà solo previsioni trimestrali parziali.

Nel prossimo trimestre, dunque, il primo trimestre fiscale del nuovo anno, Qualcomm si aspetta un nuovo peggioramento dei risultati, con ricavi in calo del 15-27% anno su anno a 5,2-6 miliardi di dollari e Eps in calo del 23-32% a 0,80-0,90 dollari. Le vendite MSM sono stimate a 225-245 milioni, un miglioramento rispetto ai 203 milioni del trimestre precedente ma in flessione del 9-17% su base annuale. I risultati del prossimo trimestre includeranno un guadagno extra una tantum di 380 milioni di dollari per la vendita dello spettro detenuto nella banda-L in Uk ma anche 10 centesimi per azione di costi per le acquisizioni effettuate: quest’anno l’azienda californiana ha messo a segno diversi accordi tra cui l’acquisto della società britannica dei chip CSR e del produttore di chip per soluzioni di networking Ikanos.

Derek Aberle, presidente di Qualcomm, ha anzi indicato alla rivista Fortune che la sua azienda, che ha quasi 31 miliardi di dollari cash, si trova nella posizione di fare altri acquisti sul mercato, magari per potenziare l’offerta di chip per router e device di nuova generazione come droni, wearables e altri prodotti connessi che rappresentano mercati promettenti per il prossimo futuro.

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