ANITEC

Radaelli: “Stampanti 3D, una sfida per la filiera Ict”

Il presidente di Anitec: “Siamo agli albori della terza rivoluzione industriale: servono produzioni flessibili e localizzate vicino agli utilizzatori”

Pubblicato il 07 Ott 2013

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“La tecnologia 3D richiede un cambiamento profondo della filiera produttiva, modificando i ruoli dei suoi attori e proponendo un nuovo modello di business. Questo cambiamento porterà opportunità e sfide all’industria italiana, permettendo produzioni flessibili e localizzate vicino agli utilizzatori”. Ne è convinto Cristiano Radaelli, Presidente Anietc e Vicepresidente Confindustria Digitale.

Secondo Boston Consulting Group in aree come il trasporto, i computer, le produzioni metalliche e la meccanica, tra il 10% e il 30% delle attuali importazioni americane dalla Cina posso rientrare ed essere prodotto negli Stati Uniti entro il 2020, incrementando l’output americano di oltre 20 miliardi di dollari.

“La fabbricazione 3D e in generale le nuove tecniche produttive costituiscono la base di quella che viene chiamata la terza rivoluzione industriale – aggiunge Radaelli – che cambierà completamente la catena produttiva. La fabbricazione sta evolvendo verso un processo nel quale molti prodotti potranno essere costruiti vicino all’utilizzatore finale, tramite produzione a crescita additiva, utilizzando stampanti 3D. Questo permetterà un grande incremento di flessibilità rispetto alle esigenze del cliente e di velocità di consegna, con grandi riduzioni di inventario. Non dovrà più essere trasportato il manufatto, ma invece scaricato un file dalla rete e realizzato il prodotto vicino al cliente. Il cambiamento risulterà certamente gradito ai consumatori che avranno prodotti personalizzati con migliori consegne. La strategia industriale deve cambiare. La difesa di sistemi produttivi obsoleti e dei relativi posti di lavoro, potrebbe assorbire ingenti energie senza portare a nessun risultato. È necessario avere il coraggio di investire sui sistemi produttivi del futuro che ora stanno crescendo, per creare competenza e posti di lavoro e permettere al nostro Paese di rappresentare anche in futuro uno dei pilastri mondiali in questo settore”.

La catena produttiva sta cambiando, l’offerta è sempre più un’offerta integrata di prodotto e servizio, le modalità di fruizione dei prodotti da parte dei consumatori sono in rapida e profonda evoluzione.

“Cosa si richiede al futuro Governo italiano – conclude Radaelli – in questa situazione? Il Governo dovrà definire e mantenere regole chiare e trasparenti per chi investe nel nostro Paese, in un regime fiscale competitivo con le altre grandi nazioni europee e migliorare l’attività formativa di scuole e università, sviluppando proposte formative per creare le competenze richieste dalle nuove filiere produttive e di servizio. Investimenti su nuove linee Maginot rese obsolete dalle tecnologie attuali sarebbero un’enorme spreco, creiamo invece le condizioni per essere vincenti in futuro”.

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