INNOVAZIONE

Riuso del software, per la PA un “bene comune”

Efficientamento della spesa in servizi Ict, qualificazione della domanda pubblica di IT e politica industriale per il rilancio del comparto tra i fronti coinvolti dalla questione riuso di software

Pubblicato il 11 Dic 2014

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Efficientamento della spesa in servizi Ict, qualificazione della domanda pubblica di IT e politica industriale per il rilancio del comparto, accelerazione e qualità nei processi operativi della Pubblica amministrazione: molti sono i profili per cui la questione del riuso dei software ha interessato la PA fin dal 2004, quando il Cnipa ha istituito un Gruppo di Lavoro sulla Riusabilità del software e delle applicazioni informatiche.

Nel rapporto scaturito da tale incontro emerge il carattere di “bene comune” degli applicativi sviluppati dalle amministrazioni, un bene comune nel quale si può consolidare il valore degli investimenti pubblici in organizzazione dei processi, capitale umano e relazionale delle PA.

La strategia del riuso, così, ha assunto diversa connotazione, allacciandosi direttamente alle tre dimensioni tecnologiche, organizzativa e innovativa della Pubblica amministrazione e innestandosi direttamente nella più ampia tematica della qualità dei servizio al cittadino. Ed è proprio questo scenario, tratteggiato dalle più recenti evoluzioni normative e dalla nuova connotazione del riuso che si va delineando, che ha ispirato la strategia di sviluppo di Agire Por 2007-2013, un progetto del Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica che mira a investire nella cooperazione tra PA per promuovere e diffondere le più significative esperienze di innovazione delle PA realizzate nel paese.

Ad oggi, Agire Por mette in comune il lavoro in corso di 18 progetti di gemellaggio e di una rete di oltre 60 tra PA fortemente orientate all’innovazione. Per una valore di circa 4 miliondi di ero sono state finanziate iniziative nelle quali le 4 Regioni obiettivo Convergenza, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, beneficiano del contributo di PA virtuose che intervengono offrendo “in riuso” buone pratiche nel segno della tecnologia. I gemellaggi si connotano come progetti di cooperazione per lo sviluppo di soluzioni innovative in cui la tecnologia accompagna i processi di sviluppo organizzativo delle PA per renderle reali strumenti al servizio dei cittadini. I temi delle buone pratiche che vengono scambiate sono molteplici, e spaziano dalla mobilità sostenibile alla gestione integrata del territorio, dalla tutela dell’ambiente alla gestione digitale dei processi organizzativi ed amministrativi degli enti. Alcuni di questi gemellaggi stanno portando a importanti risultati, che sono stati confermati dall’entusiasmo che i cittadini hanno manifestato nei confronti dei nuovi strumenti forniti per promuovere il territorio e avere un dialogo aperto e diretto con l’amministrazione. La buona pratica che gli enti offerenti portano in riuso è rappresentata dell’utilizzo simultaneo di tre tecnologie composte da un’applicazione sviluppata per creare un dialogo diretto tra cittadini e Comune, una per la valorizzazione del territorio e della sua storia, infine un programma che permette al Comune di consultare i cittadini in merito alle decisioni più rilevanti.

Il progetto, che ha nell’e-democracy e nella democrazia partecipativa il quadro di riferimento di policy, è finanziato dal Pon Governance ed Assistenza Tecnica 2007–2013. Organizzazione e tecnologia nella PA per i cittadini, cooperazione pubblico-pubblico come strumento per diffondere lo sviluppo innovativo del settore pubblico, accelerazione e qualificazione degli investimenti pubblici: Agire Por si affaccia al nuovo ciclo di programmazione europea al 2020 proponendosi come un vero e proprio incubatore e acceleratore delle iniziative innovative delle reti di PA.

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