LA TRATTATIVA

Safe Harbor, tempo scaduto per l’accordo Usa-Ue. Aziende a rischio caos

Ieri il termine entro il quale andava rinegoziato il trasferimento dei dati. Il Gruppo dei 29 si riunisce per definire linee guida comuni in attesa dell’intesa politica. Ma Bruxelles è ottimista: “Stiamo lavorando duro”. Domenica 7 febbraio la dead line

Pubblicato il 01 Feb 2016

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Ancora nessun accordo tra Ue e Usa sul nuovo quadro di regole che a tutela della privacy dei cittadini europei per il trasferimento dei loro dati negli Usa. All’indomani della sentenza della Corte di Giustizia europea, che lo scorso ottobre ha invalidato il Safe Harbor, le autorità garanti della privacy europee avevano dato tempo fino al 31 gennaio per rinegoziare l’accordo alla Commissione Ue, minacciando altrimenti di poter arrivare sino al blocco dei flussi di dati.

Domani e dopodomani il Gruppo dei 29 si riunirà per fare il punto della situazione e decidere eventuali misure, come aveva già preannunciato a metà gennaio il Garante Ue Giovanni Buttarelli. “Il tema chiave – fanno sapere a CorCom dal Garante italiano – è agire in maniera coordinata per evitare il caos”.

Gli accordi che tutelano la sicurezza del trasferimento dei dati degli europei verso gli Usa riguarda da vicino circa 4mila imprese che, senza chiarezza giuridica, si troverebbero in serie difficoltà soprattutto se fossero costrette a interromperli del tutto.

“Ci sono stati negoziati costruttivi ma difficili durante il fine settimana, il lavoro continua ancora però non ci siamo ancora, ma la Commissione sta lavorando giorno e notte per raggiungere un accordo”, ha dichiarato il portavoce della commissaria Ue alla giustizia Vera Jourova. Il presidente Juncker, il primo vicepresidente Timmermans e la commissaria Jourova, ha quindi assicurato il portavoce, “stanno seguendo molto da vicino tutti gli sviluppi e sono ora fiduciosi che un’intesa sia possibile se tutte le parti fanno ulteriori progressi” nelle discussioni.

Ad impedire il raggiungimento di una nuova intesa le posizioni degli Usa. Questa sera, intanto, la Commissione aggiornerà la commissione libertà civili dell’Europarlamento, mentre resta in contatto con il Garante Ue per la privacy.

Il limite di tempo entro cui si sta ragionando è domenica 7 febbraio: in quella data l’accordo potrebbe essere raggiunto. “Bisogna fare il prima possibile”, dicono ancora dal Garante italiano.

La proposta avanzata dagli Usa include un sistema di revisione annuale dell’accordo, la promessa di dare agli europei gli stessi diritti di cui godono gli americani di far causa contro chi raccoglie i loro dati, e “meccanismi di trasparenza” per rassicurare l’Ue che la sorveglianza Usa è utilizzata solo nei confronti di un numero limitato di persone sospette. Ma la proposta americana non è chiara nei dettagli e nelle modalità di implementazione e le autorità europee chiedono agli Stati Uniti uno sforzo in più.

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