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Se l’Ict affossa la democrazia

Il controllo capillare dei cttadini è diventata la missione delle agenzie governative Usa. Con effetti nefasti sulla tenuta democratica

Pubblicato il 30 Ott 2013

Piero Laporta

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Le foto dal palmare subito dopo sono su Google. La mail a un amico, evocando un viaggio a Parigi, chiama sulla side bar di Gmail gli spot delle agenzie di viaggio. Dettagli presto dimenticati da me. Google invece ricorda e sa di me più di quanto sappia io stesso. Il controllo capillare delle fonti informative – i cittadini – è la missione delle agenzie governative Usa e dei paesi anglosassoni, irradiantisi in Europa, nei computer.


Il secolo scorso fu segnato dagli armamenti, quello in corso dalle informazioni. Il secondo emendamento della Costituzione Usa consente di detenere armi; aveva senso per ridare potere al popolo se tradito dai governanti. Oggi una rivoluzione è impossibile: fin dal suo concepimento s’allarmerebbero le centrali di controllo. La chiamano guerra al terrorismo. Il secondo emendamento è ridotto a favorire una violenza psichiatrica più che politica. La violenza tuttavia alligna mentre il sistema di controllo globale uccide la democrazia e nessuno ha rimedi da proporre. Le guerre negli ultimi dieci anni evidenziano il ruolo ancillare dei parlamenti e la vocazione alla conformità acritica di testate prima “rivoluzionarie”.


Le info passate ai lettori si rivelano false dopo poco e tuttavia le stesse fonti di stampa non perdono autorevolezza, anzi è l’esatto contrario, grazie al reciproco sostegno delle fonti sbugiardate. Le centrali informative mondiali tradiscono un Dna da classe dominante e diffidente verso il popolo che pensa liberamente. Mirano a formare e controllare un gregge. Dubbio: non erano, queste, peculiarità aborrite dalla critica radicale nelle religioni storiche?

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