Servergate, Magri (Dell Italia): “Via dalle piattaforme proprietarie, sì a cloud e open source”

Il responsabile mercato della Pubblica amministrazione: “Gli enti sfruttino tecnologie di virtualizzazione più flessibili”

Pubblicato il 30 Mar 2011

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“Dati sconfortanti che indicano una mancanza di programmazione e
uno spreco di denaro pubblico che andrebbe evitato". Con
questa parole il direttote vendite Settore Pubblico di Dell Italia,
Francesco Magri, commenta il quadro tracciato dall'inchiesta
pubblicata sull'ultimo numero del Corriere delle Comunicazioni
sul caso che regna nei data center pubblici.
I dati- secondo Magri – lasciano però "aperta la porta alla
speranza che si possano ottenere notevoli benefici da un approccio
diverso: le soluzioni tecnologiche non mancano".

Innanzitutto, la PA deve abbandonare piattaforme proprietarie che
nascono isolate e con il tempo consumano una proporzione sempre
più elevata dei fondi a disposizione, togliendoli
all’innovazione – prosegue Magri –  Inoltre, vanno sfruttate le
tecnologie più moderne che permettono di consolidare server e
storage, di virtualizzarli, di gestirli in maniera più flessibile
e indipendente dall’hardware e quindi di avviarsi verso il Cloud
Computing vero e proprio".

"Dell ha raccolto una vasta esperienza in questo ambito,
dapprima sperimentando l’approccio al proprio interno e riducendo
drasticamente le spese operative del proprio IT, poi aiutando molte
amministrazioni pubbliche di tutto il mondo a sfruttare meglio i
soldi messi a disposizione grazie alle tasse pagate dai cittadini,
infine realizzando alcuni dei più significativi esempi di Cloud
Computing esistenti".
"Proprio queste esperienze – conclude Magri – hanno spinto il
nostro Cep Michael Dell a proporre al Presidente Barack Obama una
serie di iniziative che potranno permettere fino a 1 Trilione di
dollari di risparmi al governo federale americano (http://csis.org/event/technology-innovation-and-deficit-reduction).
Dell ha quindi subito aderito al tavolo di lavoro proposto da
DigitPA, pronta a portare il proprio contributo in questo sforzo di
razionalizzazione e modernizzazione, che è anche una scommessa
necessaria sull’avvenire nostro e dei nostri figli.”

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