IL PROGETTO

Milano smart city? Ci pensa l’IoT di iNebula

La società del Gruppo Itway porta in Italia l’iniziativa internazionale The Things Network: si punta a fornire accesso ad una rete wireless intelligente e collegare gli oggetti ad una smart platform

Pubblicato il 30 Mar 2016

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iNebula scommette su Milano smart city. La società del Gruppo Itway ha aderito all’iniziativa The Things Network e contribuisce con un gateway installato nella propria sede di Milano e con la gestione dei dati attraverso la piattaforma iNebula Connect. Si tratta del primo passo verso la creazione di un’infrastruttura aperta, partecipata da aziende private, ma anche da cittadini, che consentirà di mettere in rete oggetti, applicazioni e dati, in modo da offrire servizi a valore aggiunto alle aziende e ai cittadini secondo la logica dell’Internet of Things (IoT).

The Things Network è nata nell’estate del 2015 ad Amsterdam su iniziativa di un gruppo di startupper che nel giro di poco più di un mese, sono riusciti a coprire l’intera area cittadina. La rete di TTN si basa su una tecnologia a basso costo denominata LoraWAN e consente ai sensori a essa collegati di dialogare fra loro senza WiFi, 3G e abbonamenti a servizi mobile. L’iniziativa richiede investimenti contenuti – da un minimo di 200 € ad un massimo di 1.500 euro per installare un gateway – ed è interamente finanziata attraverso Crowdfunding. Attualmente hanno aderito all’iniziativa 33 città e Milano è la prima città italiana ad avere avviato il progetto.

“Non appena siamo venuti a conoscenza di The Things Network, in iNebula ci siamo attivati – dice Giovanni Besozzi, Channel & Business Development Manager di iNebula – Ci siamo fatti promotori dell’iniziativa sulla città di Milano mettendo a disposizione la piattaforma iNebula Connect e installando il primo gateway sul tetto del nostro ufficio; secondo i nostri calcoli, con meno di 10 gateway sarà possibile coprire l’intero territorio del comune. Fra rete, sensori, centrale di raccolta e piattaforma software, si tratta veramente di un investimento contenuto, con potenzialità di sviluppo davvero notevoli”.

Da un punto di vista pratico, la rete di The Things Network può essere utilizzata per monitorare la qualità dell’aria, per favorire una mobilità intelligente – ad esempio segnalando parcheggi liberi o la circolazione dei mezzi pubblici, per monitorare aree soggette ad allagamenti, e anche per tenere sotto controllo il bilancio energetico degli edifici pubblici e gestire l’illuminazione stradale in modo intelligente. Quando si parla di smart city, le applicazioni sono molteplici e il fatto di poter mettere in rete oggetti statici e in movimento, facendoli comunicare tra loro, comporta potenziali applicazioni pressoché illimitate, sia per servizi di pubblica utilità, sia per iniziative commerciali.

Gartner stima che di qui al 2020 vi saranno 26 miliardi di oggetti connessi alla Internet of Things, di questi, 250 milioni saranno autoveicoli, e non mancano osservatori come ABI Research che ormai parlano di Internet of Everything, in cui ogni aspetto delle nostre vite sarà connesso in rete. Questo è possibile grazie alla miniaturizzazione dei sensori e al fatto che l’”intelligenza” dei computer non risiede più nella macchina stessa, ma in rete nel Cloud. In questo contesto è facile intuire quali siano le potenzialità dell’IoT, dalla gestione del traffico cittadino, allo svago, alle applicazioni in contesto medico/sanitario, ad esempio con indumenti dotati di sensori che comunicano direttamente ai medici il decorso terapeutico dei pazienti in ospedale.

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