IL PROGRAMMA

Non solo smart city, la Ue apre l’era dei villaggi intelligenti

Più integrazione nell’uso dei fondi europei, più dialogo diretto con i cittadini e maggiore coinvolgimento di regioni. Ecco il programma europeo per le aree rurali. La commissaria agli Affari regionali, Corina Cretu: “Valore aggiunto per i territori”

Pubblicato il 11 Apr 2017

F.Me

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Più integrazione nell’uso dei fondi europei, più dialogo diretto con i cittadini e maggiore coinvolgimento di regioni, università, operatori economici e municipalità. E’ il fulcro del nuovo approccio lanciato oggi dalla Commissione europea sui “borghi intelligenti” (smart villages). La strategia si basa su sedici iniziative (seminari, conferenze, progetti pilota) per migliorare l’attuazione delle politiche Ue a sostegno delle aree rurali.

Nei borghi smart le tecnologie digitali sono viste un valore aggiunto per portare servizi, dal turismo alla salute, nelle regioni rurali. “Viviamo una rivoluzione tecnologica e sociale – ha detto il commissario europeo agli Affari regionali Corina Cretu – e i territori rurali non ne sono immuni, anzi”. “Dopo la dichiarazione sullo sviluppo rurale Cork 2.0 sul futuro delle aree rurali passiamo ai fatti concreti”, ha sottolineato il commissario all’agricoltura Phil Hogan. Protagonisti di questo cambiamento, “devono essere gli agricoltori”, ha ricordato Pekka Pesonen, segretario generale del Copa-Cogeca, l’organizzazione ombrello degli agricoltori e delle cooperative agroalimentari europee.

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