Il settore delle piattaforme per smart city è destinato a diventare uno dei mercati più dinamici e strategici dei prossimi anni. Secondo il nuovo rapporto pubblicato da MarketsandMarkets il giro d’affari globale passerà dai 24,51 miliardi di dollari del 2025 ai 39,52 miliardi di dollari nel 2030, con un tasso di crescita annuo composto (Cagr) del 10%.
Una traiettoria significativa che riflette sia le sfide sia le opportunità che le città di tutto il mondo stanno affrontando in un contesto di urbanizzazione accelerata, pressione ambientale e transizione digitale.
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Le città come laboratori della transizione tecnologica
Il dato chiave che emerge dal report è che la crescita del mercato non è trainata solo da logiche industriali, ma da una trasformazione sociale e infrastrutturale più ampia. L’urbanizzazione mondiale sta procedendo a ritmi senza precedenti: oltre il 60% della popolazione globale vivrà in aree urbane entro il 2030. Ciò significa che città sempre più affollate dovranno gestire traffico, consumo energetico, sicurezza, servizi pubblici e sostenibilità con strumenti nuovi e integrati.
Le piattaforme per smart city diventano quindi il “sistema operativo” della città del futuro, capaci di raccogliere, elaborare e analizzare enormi quantità di dati provenienti da sensori, dispositivi IoT, reti 5G e applicazioni digitali.
Il vantaggio è duplice: da un lato migliorare la qualità della vita dei cittadini, dall’altro rendere più efficiente e sostenibile la gestione urbana, riducendo sprechi e aumentando la resilienza delle infrastrutture.
Piattaforme, servizi gestiti e connettività: i segmenti in evoluzione
All’interno del mercato si distinguono vari segmenti, ciascuno con un ruolo chiave:
- Le piattaforme rappresentano il cuore dell’offerta e la quota più ampia del mercato. Sono hub digitali che integrano e analizzano dati provenienti da trasporti, energia, illuminazione, sicurezza e governance cittadina. Grazie all’uso di intelligenza artificiale e machine learning, permettono di passare dalla gestione reattiva a quella predittiva.
- I servizi gestiti (managed services) sono l’altro segmento in forte espansione. Offrono supporto continuo per implementare, mantenere e aggiornare le infrastrutture smart city. La crescente complessità dei sistemi digitali urbani spinge molte amministrazioni a rivolgersi a operatori esterni per garantire sicurezza informatica, interoperabilità tra piattaforme e ottimizzazione dei processi.
- La gestione della connettività è cruciale: senza reti affidabili e sicure, una città non può definirsi smart. Le piattaforme in questo campo orchestrano diverse tecnologie – dal 5G al Wi-Fi, dalle reti LpWan all’edge computing – assicurando comunicazioni in tempo reale, autenticazione dei dispositivi e gestione del traffico dati.
L’Asia-Pacifico corre più veloce
Dal punto di vista geografico, il rapporto evidenzia come l’Asia-Pacifico rappresenti la regione a più alta crescita nel periodo analizzato. Paesi come Cina, India, Giappone, Corea del Sud e Singapore stanno investendo massicciamente per costruire città più intelligenti, spinte da due driver fondamentali:
- Urbanizzazione massiccia – in particolare in Cina e India, dove l’esodo verso le città richiede soluzioni per infrastrutture, mobilità ed energia.
- Strategie governative e tecnologiche – con politiche pubbliche mirate a integrare IoT, intelligenza artificiale e 5G nella gestione urbana.
L’Europa e il Nord America restano mercati solidi e maturi, con progetti incentrati soprattutto sulla sostenibilità energetica e la riduzione delle emissioni.
Attori globali: dal cloud alle telecomunicazioni
Il mercato delle piattaforme smart city è altamente competitivo e coinvolge alcuni dei più grandi nomi della tecnologia mondiale. Tra i player principali figurano Ibm, Siemens, Cisco, Hitachi, Microsoft, Huawei, Aws, AT&T, Nokia e Atos.
Si tratta di gruppi che coprono competenze diverse – dall’hardware alle telecomunicazioni, dal cloud computing alla cybersecurity – ma che convergono tutti nella sfida di fornire soluzioni scalabili per l’urbanizzazione intelligente.
Perché le piattaforme smart city sono una questione geopolitica
Oltre agli aspetti economici, le piattaforme per smart city assumono una valenza geopolitica. Chi controlla le infrastrutture digitali delle città avrà un vantaggio competitivo e strategico enorme in termini di innovazione, governance dei dati e influenza tecnologica.
La spinta dei governi verso progetti smart city non è solo una risposta a bisogni urbani, ma anche un investimento sulla sovranità tecnologica. In particolare, la gestione dei dati – considerata la “nuova risorsa naturale” – diventa cruciale per garantire sicurezza nazionale e indipendenza industriale.
Uno sguardo al futuro
Secondo MarketsandMarkets, i prossimi cinque anni saranno decisivi: le piattaforme smart city passeranno da progetti pilota a infrastrutture sistemiche, diventando parte integrante del tessuto urbano.
Le città intelligenti non saranno più solo un concetto futuristico, ma un modello di governance urbana sempre più diffuso, capace di unire sostenibilità, efficienza e inclusione.
Il dato di mercato – da 24,5 a 39,5 miliardi di dollari entro il 2030 – è solo la punta dell’iceberg: dietro si muove una trasformazione globale che ridefinirà il modo in cui viviamo, lavoriamo e ci spostiamo nelle metropoli del futuro.