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Sostenibilità, Fedeli: “Target Onu 2030, spinta dalla scuola”

Forum PA 2017, l’annuncio della ministra dell’Istruzione: “Entro giugno saranno presentati gli obiettivi del governo italiano. Al centro gli investimenti sull’istruzione”

Pubblicato il 24 Mag 2017

F.Me

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“Credo che stiamo prendendo seriamente gli obiettivi dell’Agenda 2030. Come governo stiamo costruendo degli obiettivi concreti. Entro giugno 2017 mi saranno presentati gli obiettivi formulati dal gruppo di lavoro costituito sull’agenda 2020-2030″. Lo ha detto la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, nel corso del suo intervento all’incontro “Agenda 2030: una sfida per il Paese una sfida per la PA”, questa mattina al Forum PA a Roma. Nel secondo giorno della manifestazione si è parlato di PA sostenibile, ma anche di lavoro, formazione, Foia, innovazione e trasformazione digitale, con l’intervento dell’economista esperto di sviluppo sostenibile Jeffrey Sachs.

“Noi dobbiamo cambiare nei percorsi nuovi di istruzione e questo deve essere fatto anche dal mondo del lavoro – ha continuato Fedeli – L’agenda complessiva e il lavoro che stiamo facendo come governo deve avere l’azione politica al centro di ogni intervento pubblico e privato. Abbiamo iniziato a risalire la china degli investimenti su scuola, università e ricerca, occorre continuare. Se si va avanti come fatto finora gli obiettivi non si superano”.

“Abbiamo 50 università che si sono messe in rete e stanno rideterminando i propri obiettivi per contribuire a porre il tema che non possiamo restare un paese che ha meno laureati e laureate rispetto ad altri paesi. Se non si interviene sulla dispersione scolastica, che arriva già nel periodo della scuola dell’obbligo, non affrontiamo il tema del numero dei laureati”, ha concluso.

Fedeli ha focalizzato l’attenzione anche sul bilancio di genere. “Il bilancio di genere è parte del bilancio di sostenibilit- ha spiegato – L’uguaglianza di genere deve essere un punto fermo. Tutti gli studi internazionali e nazionali dicono che per battere la corruzione serve la presenza delle donne. All’aumento del numero di donne nella pubblica amministrazione corrisponde un calo degli episodi di corruzione”.

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