LA COLLABORAZIONE

Spid, Anpr e PagoPA: Piacentini si allea con le città

Via alla collaborazione tra il Team per la Trasformazione, Agid e 7 Comuni. Obiettivo: sviluppare servizi digitali facilmente accessibili in ottica mobile first. In campo Bari, Firenze, Milano, Palermo, Roma, Torino, Venezia. Il commissario: “Amministrazioni locali decisive per la svolta”

Pubblicato il 17 Gen 2017

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Piacentini si allea con le città. Il Team per la Trasformazione Digitale, Agid e 7 Comuni si sono incontrati a Palazzo Chigi per quello di iniziare un’attività di coordinamento esecutivo su alcuni progetti – Spid e Anagrafe Unica sugli scudi – che sono tra i componenti fondamentali del sistema operativo del Paese e che renderanno i servizi pubblici per i cittadini accessibili nel modo più semplice possibile. Al centro della discussione lo l’approccio «mobile first», con architetture sicure, scalabili, altamente affidabili e basate su interfacce applicative (Api) chiaramente definite.

“Iniziamo un confronto con le amministrazioni locali fondamentale per la realizzazione del sistema operativo del Paese, – afferma Diego Piacentini, Commissario Straordinario per l’attuazione dell’Agenda Digitale – La missione di sviluppare servizi pubblici digitali necessita, infatti, di un processo collaborativo tra il Team per la Trasformazione Digitale e le amministrazioni locali, fornendo suggerimenti e mettendo a fattor comune quanto realizzato sino ad oggi. Le amministrazioni locali giocheranno, infatti, un ruolo decisivo sul territorio, dando impulso all’esecuzione delle innovazioni esistenti e future in maniera integrata con una metodologia agile e un approccio open data”. Le città sono di Bari, Firenze, Milano, Palermo, Roma, Torino, Venezia.

Questo l’elenco dei progetti oggetto della collaborazione:

ANPR – “Oggi le nostre identità sono disperse in ottomila anagrafi comunali – spiega Carlo Contavalli, Software Architect del Team Digitale – – Dobbiamo portarle in una sola anagrafe, guadagnando in efficienza e risparmiando soldi ed energia, perché il cittadino non debba più preoccuparsi di comunicare a ogni ufficio della Pubblica Amministrazione i suoi dati anagrafici o il cambio di residenza, per semplificare le procedure di variazione e uniformarle a livello nazionale. Questo passo è una premessa per rendere possibili successive innovazioni che oggi sarebbero impossibili o molto costose.

SPID – “Un’identità digitale (Spid) sicura, semplice da utilizzare e da ottenere, perché cittadini e imprese possano identificarsi con la Pubblica Amministrazione, accedendo ai servizi pubblici – sottolinea Valerio Paolini, Technical Project Manager – Una volta ottenuto Spid, ci si potrà autenticare su tutti i siti della PA, senza dover dover seguire procedure diverse e a volte complicate. Un solo account e una sola password per tutti i servizi”.

PagoPA – “Un modo diverso e più naturale per i cittadini di pagare la Pubblica Amministrazione, che diventi più immediato, veloce, e più economico per il Paese – dice Giuseppe Virgone, Pagamenti Digitali – Il cittadino deve poter scegliere metodi di pagamento moderni, a minima frizione, e il mercato deve potersi integrare, aggiungendo facilmente nuovi strumenti di pagamento innovativi. Vogliamo rendere il sistema più aperto e flessibile”.

Open Data – “Niente più silos privati di questa o quella amministrazione, i dati pubblici sono un bene comune e una risorsa preziosa per il Paese che, come un giacimento petrolifero, può essere esplorata e minata per estrarre valore- spiega Raffaele Lillo, Applied Data Scientist – Vogliamo una nuova interfaccia all’interno della quale singole amministrazioni comunichino e condividano tra loro dati e API in maniera libera e aperta, permettendo la nascita di servizi e data application nuovi e prima impensabili realizzati sui bisogni del cittadino. Ovviamente nel massimo rispetto delle norme di privacy e nella piena sicurezza tecnologica”.

Security – “Creazione di una policy che spieghi a tutti coloro che identificano un problema di sicurezza come segnalarlo in modo adeguato, tutelando gli utenti coinvolti grazie a una pronta risoluzione, e incentivare così tutti i cosiddetti “hacker etici” ad aiutarci in questo compito”, prosegue Gianluca Varisco, Cybersecurity.

Community – “Cambiamento del modo in cui lavora la Pubblica Amministrazione, utilizzando standard e software aperti, e realizzando API documentate pubblicamente, non con un linguaggio giuridico ma tecnico, intorno alle quali poter coinvolgere una community di sviluppatori che crei innovazione”, spiega Giovanni Bajo, Relazione Sviluppatori.

Un ecosistema di API – “I sistemi informatici della Pubblica Amministrazione devono essere connessi tra loro e parlare la stessa lingua, rendendo disponibile l’informazione immediatamente dove serve – conclude Simone Piunno, Chief Technology Officer- Tutte le applicazioni dovranno esporre interfacce comprensibili alle macchine (le famose API – Application Programming Interface) e lavorare in maniera integrata, collaborativa e sicura, facilitando il riuso delle applicazioni esistenti per costruire nuove soluzioni più potenti e innovative”.

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