Steffanini (Visa): “M-payment, il 2014 sarà l’anno del decollo”

Il general manager per l’Italia è ottimista sullo sviluppo dei pagamenti mobili. E prevede: “Telco e banche troveranno presto l’accordo per avviare il lancio commerciale dei servizi”

Pubblicato il 06 Feb 2014

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Il mercato del mobile payment decollerà in Italia nel 2014, parola di Davide Steffanini, General Manager Italia di Visa Europe. Dopo aver superato però un impasse. “Quel che ancora blocca il lancio commerciale dell’m-payment è la mancanza di un accordo tra i due grandi player in gioco, le telco e le banche. Ma sono fiducioso: accadrà quest’anno.
Dov’è la difficoltà?
L’accordo tra sistema bancario e operatori telco manca sui termini economici. L’orientamento generalmente condiviso è quello di mettere l’applicazione di pagamento delle banche sulla sim delle telco, le quali vogliono ricavare valore dal mettere a disposizione delle banche le sim; le banche a loro volta sostengono che l’app di pagamento mobile è un loro valore aggiunto. Ma c’è volontà di superare lo stallo, trovando la formula corretta che riconosca il ruolo di entrambi. Altrimenti non ci muoveremo più dalla fase di sperimentazione.
Come sono andati questi esperimenti? L’Nfc funziona?
La tecnologia è collaudata e sicura. Tutte le telco italiane hanno un livello di innovazione analogo a quello degli operatori internazionali e i progetti pilota avviati da noi nel mobile payment sono stati numerosi, tra cui quello che ha visto collaborare la stessa Visa Europe con Telecom Italia, una partnership per i pagamenti contactless effettuati tramite smartphone Nfc.
Le prospettive di successo in Italia sono buone? O si rischia un’adozione più timida che in Europa, come per i pagamenti elettronici?
È vero, l’Italia è un po’ più lenta ad abbracciare la moneta elettronica. Visa Europe cresce a due cifre e ha raggiunto nel 2013 uno speso totale con le sue carte di 2.000 miliardi di euro: circa un euro ogni 6,5 speso in Europa è fatto con carte Visa. In Italia la proporzione si riduce a un euro ogni 24, per un totale di 48 miliardi e crescita a una cifra. Ma il mercato dell’m-payment è diverso. Le prospettive in Italia sono pari, se non superiori, a quelle offerte dagli altri paesi europei, per l’elevata penetrazione degli smartphone, che già rappresentano la metà di tutti i cellulari ma che, secondo le previsioni degli operatori, si avvicineranno al 100% dei telefonini presenti tra pochi anni in Italia. A ciò si aggiunga il fatto che gli italiani sono inclini alla formula del prepagato: il mobile replica un modello molto familiare.
Quale può essere la formula che mette d’accordo tutti?
Non è nostro compito indicarla. Invece, mettiamo a disposizione delle banche tutte le possibili applicazioni da offrire ai clienti del mobile payment nel momento in cui sarà trovata la quadratura del cerchio. Come il pagamento tra persone e il trasferimento fondi tra carte, che già offriamo. Ci occupiamo anche di rendere sicuro l’acquisto su Internet e di mettere a punto programmi di loyalty con offerte che danno più valore agli acquisti effettuati con Visa anziché in contanti.
Saranno queste le killer application che determineranno il successo del mobile payment in Italia: P2P e coupon?
L’affermazione dei pagamenti mobili si legherà a molto più che alla semplice comodità di pagare il parcheggio o l’abbonamento della metro con il cellulare. Se la nostra carta è associata ad un cellulare le possibilità che si aprono sono infinite. Se si ha sul telefono l’elenco delle transazioni fatte si tiene sempre sotto controllo il proprio bilancio. Si trasferiscono soldi, si pagano gli acquisti su Internet, facendo tutto dallo smartphone, si ricevono buoni sconto legati a programmi fedeltà. Tramite le tecnologie di geolocalizzazione, la banca può dire al proprio cliente che in un negozio vicino c’è un’offerta che gli può interessare. Sono servizi monetizzabili, per i clienti, per gli esercenti, per le banche ma anche per le telco.
Il contactless è tra le strategie di Visa per il 2014?
Certamente, anche perché viene incontro alle esigenze di esercenti con transazioni veloci e di entità medio-piccola. Ma ci dedicheremo anche a sviluppare l’utilizzo dei pagamenti elettronici in generale e la loro accettazione, per portare l’Italia al passo con l’Europa.

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