Giornata densa di notizie per STMicroelectronics, colosso europeo dei semiconduttori, che annuncia da un lato due nuove nomine italiane nel consiglio di sorveglianza e, dall’altro, risultati economico-finanziari che riflettono la complessità del contesto globale dell’elettronica e della microtecnologia.
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Nuove nomine nel consiglio di sorveglianza: verso una ritrovata intesa italo-francese
L’azienda ha reso noto oggi la nomina dell’ambasciatore Armando Varricchio, già rappresentante dell’Italia a Washington e a Berlino, e di Orio Bellezza, ex dirigente storico del gruppo, come nuovi membri italiani del consiglio di sorveglianza. I due subentrano a Maurizio Tamagnini e Paolo Visca, in carica fino a oggi.
Le nuove designazioni saranno sottoposte all’approvazione degli azionisti nella riunione del 18 dicembre e rappresentano, secondo fonti vicine all’azienda, un importante passo avanti nel superamento delle tensioni tra Italia e Francia sulla governance del gruppo.
STMicroelectronics, infatti, ha una struttura azionaria particolare: i governi dei due Paesi detengono indirettamente una partecipazione complessiva del 27,5% attraverso entità pubbliche, e le divergenze sul peso decisionale dei rispettivi rappresentanti si erano acuite negli ultimi mesi.
Lo scorso aprile, una candidatura italiana era stata respinta dal board, provocando uno scontro diplomatico che aveva rischiato di compromettere la cooperazione industriale bilaterale. Oggi, invece, il clima sembra essersi rasserenato. L’azienda ha anche confermato che non sono previsti tagli occupazionali in Italia, ma solo uscite volontarie concordate con i sindacati, nell’ambito di un piano di razionalizzazione produttiva più ampio.
Bilancio in chiaroscuro: ricavi in lieve calo ma sopra le attese
Sul fronte economico, STMicroelectronics ha pubblicato i conti del terzo trimestre 2025, evidenziando un quadro di luci e ombre. I ricavi netti si attestano a 3,19 miliardi di dollari, in calo del 2% su base annua, ma in crescita del 15,2% rispetto al trimestre precedente. L’utile netto scende del 32,3% a 237 milioni di dollari, mentre il margine lordo si ferma al 33,2%, leggermente sotto le attese.
Secondo il presidente e amministratore delegato Jean-Marc Chery, “i ricavi netti del terzo trimestre sono risultati leggermente superiori alle previsioni, con performance positive nell’elettronica personale e risultati in linea nei settori automobilistico e industriale”. Tuttavia, il margine operativo si riduce a 180 milioni di dollari, segnale di una redditività compressa dall’aumento dei costi e dal rallentamento della domanda globale.
Mercati in affanno e previsioni prudenti
Le previsioni per il quarto trimestre non sono entusiasmanti. Il gruppo stima vendite per 3,28 miliardi di dollari, inferiori alle attese degli analisti, che prevedevano 3,34 miliardi. Una proiezione che ha immediatamente pesato sui mercati: le azioni di STMicro hanno perso circa il 5,8% nelle prime contrattazioni, risultando il peggior titolo tra i blue chip del CAC 40 di Parigi e del FTSE MIB di Milano.
Gli analisti di JP Morgan hanno sottolineato che “le indicazioni sulle vendite confermano che, sebbene il settore stia mostrando segnali di ripresa, il ciclo di crescita resta molto rallentato”.
Il gruppo, che annovera tra i suoi principali clienti Tesla e Apple, risente ancora della debolezza della domanda di chip nei comparti automotive, industriale e consumer. Come altri big del settore, tra cui Texas Instruments e NXP, STMicroelectronics sta affrontando una fase di riduzione degli ordini, accumulo di scorte e tensioni geopolitiche che incidono sulle catene di fornitura.
Ristrutturazione e riduzione dei costi
Il Ceo Chery ha ribadito che le priorità strategiche dell’azienda rimangono “accelerare l’innovazione, rimodellare la struttura produttiva e ridurre la base dei costi globali”. In quest’ottica, STMicro ha deciso di ridurre il piano di spesa in conto capitale per l’anno in corso, portandolo a “leggermente meno di 2 miliardi di dollari” rispetto alla forchetta precedente compresa tra 2 e 2,3 miliardi.
La scelta riflette la necessità di contenere gli investimenti in un contesto di domanda incerta, ma anche la volontà di proseguire il programma di ottimizzazione industriale già avviato, nonostante le opposizioni incontrate in Italia nei mesi scorsi. L’azienda assicura tuttavia che “il piano di riduzione dei costi procede secondo i tempi previsti”.
Prospettive e sfide globali
Il futuro prossimo di STMicroelectronics appare dunque segnato da una duplice sfida: da un lato la stabilizzazione della governance, che oggi sembra più equilibrata dopo la nomina di Varricchio e Bellezza; dall’altro, il consolidamento dei risultati economici in un mercato dei semiconduttori in lento recupero.
Gli analisti concordano sul fatto che la crisi post-pandemica abbia innescato un cambiamento strutturale nella domanda globale di chip, con un calo temporaneo nel settore automobilistico e industriale, ma potenziali margini di crescita nel lungo periodo grazie allo sviluppo dell’intelligenza artificiale, dei dispositivi connessi e dell’elettronica di potenza.
STMicroelectronics, con i suoi stabilimenti europei e la forte presenza in Italia, resta un attore chiave nella strategia industriale dell’Unione Europea per l’autonomia tecnologica e la produzione di chip “made in Europe”.
Le nuove nomine e la riorganizzazione interna potrebbero dunque rappresentare l’inizio di una fase di rilancio, in cui la cooperazione italo-francese torni a essere un punto di forza e non di frizione per uno dei gruppi industriali più strategici del continente.