IL CASO

Symantec non ci sta: “Nessuna pressione sui clienti”

Negli Usa intentata una causa legale contro la security company, accusata di segnalare tatticamente minacce gravi allo scopo di indurre all’acquisto delle proprie soluzioni anti-malware. L’azienda: “La causa non ha fondamento e ci difenderemo”

Pubblicato il 13 Gen 2012

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"Symantec non ritiene che la causa abbia fondamento e si impegnerà nella difesa del caso". Questa la replica del fornitore di anti-virus, dopo la denuncia da parte di un cittadino statunitense, che accusa l’azienda di indurre gli utenti all’acquisto di versioni integrali del suo software, tramite falsi allarmi di minacce nei pc dei clienti.

"I prodotti Norton e PC Tools in questione sono progettati per migliorare le performance del sistema dei dispositivi degli utenti in termini di velocita, garantire pc sani e proteggere le informazioni degli utenti – continua Symantec – Le funzioni di ottimizzazione e privacy di queste soluzioni correggono gli errori di registro, puliscono il Pc e distruggono gli elementi eliminati. Alcuni includono funzionalità aggiuntive quali recovery tools per recuperare dati persi".

"Diverse terze parti indipendenti hanno testato e recensito questi prodotti – chiude la nota di Symantec – con valutazioni molto positive verificando l’efficacia delle loro funzionalità".

Symantec è stata denunciata con l’accusa di indurre gli utenti all’acquisto di versioni integrali del suo software, tramite falsi allarmi di minacce nei pc dei clienti. Lo scrive il sito ZdNet, precisando che Symantec andrà a giudizio perché il suo software di punta contro i malware indurrebbe i consumatori all’acquisto della versione completa dei suoi prodotti.

La causa, che potrebbe trasformarsi in class action, è stata intentata da James Gross, un cittadino dello stato di Washington. Secondo la Reuters, la denuncia è stata depositata presso la Corte distrettuale di San José in California.

Secondo l’accusa, Symantec adotta volontariamente una tattica per impaurire gli utenti dei suoi prodotti di sicurezza, fra cui il pacchetto Norton Utilities, il Pc Tools Registry Mechanic, e il Pc Tools Performance Toolkit. Secondo l’accusa, i report del software di Symantec darebbe sempre risultati sbagliati e dannosi, indipendentemente dall’esistenza di rischi reali, mettendo a rischio la privacy.

Quella di spaventare gli utenti tramite “scareware” è una tattica consolidata degli scammer, che intercettano i siti entrando nel browser e simulando poi uno scan antivirus, che invariabilmente dicono che il pc utilizzato è infetto.

Secondo l’accusa, “Il software dà informazioni falsamente allarmanti ai consumatori, ventilando rischi elevate di errore, lanciando falsi allarmi sui rischi per la sicurezza e la privacy del sistema”. In realtà, secondo l’accusa, “lo scareware (il software della paura ndr) non effettua alcuna valutazione sul sistema dell’utente, e nemmeno sui presunti errori scoperti dal software”.
Secondo Andy Kellett, senior analyst di Ovum, l’accusa è difficile da comprovare. “E’ un’accusa curiosa, ci sono molte incognite, come si fa a dimostrare che Symantec è nel torto?”, dice l’analista in un’intervista a The Inquirer.

La causa legale arriva dopo che una settimana fa Symantec aveva confermato che un gruppo di hacker indiani ha piratato “una terza parte” acquisendo un codice sorgente di una soluzione antivirus, in precedenza offerta dalla stessa azienda.

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