Telecom Italia, public company già archiviata?

La breve stagione di Telecom “public company” e dei consiglieri “indipendenti” è in fase di esaurimento. Tornano di attualità gli azionisti (e i consiglieri) di riferimento: dopo Telefonica, tocca a Vivendi. Con un uomo come Bolloré che, a differenza di Alierta, ha rapporti vasti e robusti in Italia

Pubblicato il 03 Lug 2015

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Per Telecom Italia è iniziata la stagione di Vincent Bolloré, finanziere “opportunistico” come è stato definito. Egli è uno dei principali esponenti del capitalismo francese e che sappia cogliere le occasioni al volo non c’è dubbio: basta guardare alla lunga vicenda che lo ha portato a diventare il dominatore di un gruppo come Vivendi.

Adesso si appresta a diventarlo anche di Telecom Italia. Il 14,90% di azioni in mano a Vivendi glielo consente. Tanto più se salirà ancora, come ha fatto capire. Per fare cosa? Rimane un mistero.

C’è chi azzarda un matrimonio fra Telecom Italia e Mediaset in nome della convergenza fra contenuti e rete di distribuzione, in un mondo in cui sarà Internet il veicolo del segnale tv. Se avverrà, sarà soprattutto per fare un piacere a qualche amico. Alla convergenza telco-contenuti Bolloré sembra non credere: Vivendi ha venduto tutte le sue partecipazioni nelle tlc. E poi, la tv generalista non sembra avere un gran futuro sul web.

Vivendi si è ritrovata primo azionista di Telecom solo per effetto dello scambio di figurine con Telefonica in Brasile: “Ti cedo la mia quota in Gvt, tu mi dai la tua in Telecom”. Il futuro della partecipazione di Telecom Italia in Tim Brasil torna incerto: Bolloré la riterrà ancora strategica come pensano Patuano e Recchi?

Uscita Telefonica, la coppia ora al comando di Telecom ha impresso una accelerazione degli investimenti nella banda ultralarga (soprattutto Fttc,ma anche Ftth) e nell’offerta di servizi digitali: verrà confermato e magari rafforzato tale approccio?

Manca ancora la richiesta formale, ma i francesi puntano ad avere due rappresentanti in cda. Sono già circolati i nomi: il ceo di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine, e un consigliere del gruppo, Stéphane Roussel.

La breve stagione di Telecom “public company” e dei consiglieri “indipendenti” è in fase di esaurimento. Tornano di attualità gli azionisti (e i consiglieri) di riferimento: dopo Telefonica, tocca a Vivendi. Con un uomo come Bolloré che, a differenza di Alierta, ha rapporti vasti e robusti in Italia.

Con sullo sfondo uno scenario di mercato in cui i consolidamenti sono all’ordine del giorno. A livello nazionale (si pensi a 3 e Wind), ma anche intraeuropeo. Telecom sarà preda o cacciatore? Da oggi bisogna chiederlo anche a Bolloré.

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