Telecom, Vivendi punta al 19% del capitale

Nuovi rumors attorno al gruppo italiano rilanciate da Reuters. La società guidata da Vincent Bolloré si muove per rafforzare il suo peso nell’azienda e consolidare l’attuale partecipazione del 15,49%

Pubblicato il 02 Ott 2015

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Vivendi mira a rafforzare la propria presenza in Telecom Italia, di cui è già il socio di riferimento con il 15,49% del capitale, e si starebbe muovendo per arrivare fino al 19% del capitale ordinario. A rilanciare la notizia è l’agenza di stampa Reuters, secondo cui, stando a quanto riportato da più fonti, varie banche hanno predisposto contratti derivati per Vivendi che porteranno il gruppo francese guidato dal presidente Vincent Bolloré (nella foto) a superare l’attuale partecipazione del 15,49% in Telecom.

In Telecom Italia Vincent Bolloré potrebbe secondo le indiscrezioni voler giocare il ruolo di king-maker in un probabile futuro processo di consolidamento: secondo quanto riportato da un’altra fonte la francese Orange e ela tedesca Deutsche Telekom potrebbero essere interessati a un’allenza con il gruppo italiano.

Da inizio anno i titoli di Telecom Italia sono saliti di quasi il 20%, portando la società a una capitalizzazione di 19,5 miliardi di euro.

Vivendi è diventata il primo azionista di Telecom lo scorso giugno quando ha ricevuto l’8,3% nell’ambito dell’operazione di cessione del gruppo tlc brasiliano Gvt a Telefonica. La società francese ha poi iniziato ad acquistare azioni sulla scia della dissoluzione di Telco, il veicolo partecipato da Telefonica, Intesa SP, Generali e Mediobanca che controllava il 22,4% di Telecom.

In agosto, quando Bolloré ha incontrato il primo ministro italiano Matteo Renzi, una fonte vicina alla situazione ha sottolineato che l’imprenditore francese non ha intenzione di dettare la strategia di Telecom. Eppure molte fonti sostengono che Vivendi potrebbe salire ancora nel capitale per cementare il controllo sulla società.

Alcuni spiegano la mossa anche come un modo per crescere in un mercato europeo promettente e assicurarsi una più ampia distribuzione dei contenuti prodotti dalle controllate Universal Music Group e Canal Plus.

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