LA PROTESTA

Telefonica si ribella: “Regole su fibra sbagliate, tagliamo del 35% gli investimenti”

L’operatore lancia la sfida all’authority iberica Cnmc, che le impone di aprire la propria rete broadband fissa ai concorrenti, a prezzo regolato. E minaccia, se le nuove norme saranno approvate, di bloccare del tutto gli investimenti sull’Ngn

Pubblicato il 14 Gen 2015

Antonello Salerno

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Una riduzione del 35% per l’anno in corso per lo sviluppo della propria rete in fibra ottica in Spagna. E’ la decisione di Telefonica, che in questo modo risponde ai cambiamenti imposti al mercato della banda larga fissa dal regolatore iberico, la Cnmc.

Ad anticipare la notizia è il quotidiano economico spagnolo Expansion. Le nuove regole richiedono a Telefonica di consentire l’accesso alla propria rete in fibra ottica in tutta la Spagna tranne che in nove città, a un prezzo regolato, con l’obiettivo di assicurare la competizione e promuovere gli investimenti nelle reti di nuova generazione.

L’operatore spagnolo, che aveva messo la fibra la centro della sua strategia commerciale e competitiva, ricostruiscono da Expansion, aveva dato una forte accelerazione al settore, arrivando a fine 2014 a servire 10 milioni di unità immobiliari. Secondo il quotidiano Telefonica non avrebbe ancora preso una decisione definitiva, ma starebbe valutando tutte le ipotesi in campo: prima di prendere una decisione dovrà aspettare che il consiglio della Cnmc ratifichi, o eventualmente cambi, il proprio regolamento, annunciato il 17 dicembre e ora sottoposto a consultazione pubblica.

Telefonica aveva già criticato l’orientamento dell’authority, sostenendo che avrebbe ottenuto un effetto opposto a quello desiderato, spingendo gli operatori a cambiare i più importanti piani di investimento già annunciati. Secondo quanto pubblicato da Expansion, Telefonica taglierà i propri investimenti in fibra ottica riducendo i propri obiettivi: se inizialmente la strategia era quella di raggiungere 5,5 milioni di famiglie, gli investimenti saranno rimodulati per arrivare a 3,5 milioni di famiglie.

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