PONEMON

Virtualizzazione dei server, Pmi in prima linea

Ponemon: le piccole realtà stanno accelerando l’adozione di sistemi virtuali con una crescita delle installazioni del 21%. Ma in Italia restano alcune criticità relativamente a back up e ripristino di emergenza

Pubblicato il 14 Feb 2012

P.A.

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Secondo una recente indagine condotta da Ponemon, per conto di Acronis, le Pmi di tutto il mondo prevedono di adottare la virtualizzazione dei server nel 2012 a un ritmo più rapido rispetto alle aziende di fascia Enterprise. La ricerca ha identificato anche alcune problematiche diffuse nelle Pmi, relative in particolare a backup e disaster recovery. Nel frattempo, l’entusiasmo finora registrato verso le infrastrutture cloud si sta sgonfiando.

I manager IT di 6mila Pmi e di 18 paesi che hanno partecipato all’indagine prevedono che il 29% dei loro server diventi virtuale entro la fine dell’anno, con un tasso di crescita del 21%. La percentuale è più alta del 50% rispetto al ritmo registrato in un recente rapporto di Gartner che prevedeva un aumento dell’adozione della virtualizzazione del 14% nello stesso periodo.

Secondo l’indagine, le Pmi italiane citano efficienza, flessibilità e velocità di implementazione come i principali fattori che promuovono la virtualizzazione dei server. Malgrado l’adozione pianificata delle macchine virtuali, la ricerca tuttavia ha identificato in Italia anche alcune problematiche relative a backup e ripristino d’emergenza, tra cui: in particolare il 57% degli intervistati ammette di non eseguire il backup dei server virtuali con la stessa frequenza di quelli fisici; il 78% degli intervistati esegue il backup delle macchine virtuali solo settimanalmente o mensilmente; appena l’11% esegue il backup delle macchine virtuali su base giornaliera.

Sebbene le macchine virtuali facciano ottenere risparmi a breve ai reparti di backup e ripristino, i partecipanti al questionario affermano che il valore economico dei dati che risiedono nei server virtuali è quasi identico a quello dei dati conservati nei server fisici.

Il futuro nel cloud?
A proposito dell’adozione del cloud, la maggior parte delle organizzazioni (83%) dichiara di disporre di qualche forma di infrastruttura cloud, con un aumento del 13%. Come categoria specifica, il cloud rappresenta oggi circa il 19% di tutta l’infrastruttura IT. Di fatto oggi solo il 19% delle aziende utilizza il cloud, malgrado l’87% affermasse l’anno scorso che l’utilizzo sarebbe aumentato durante il 2011. Le Pmi hanno citato diverse ragioni per questo impiego del cloud inferiore al previsto, inclusi timori rispetto alla riuscita del ripristino dei dati in caso di emergenza, i rischi per la sicurezza e la mancanza di fiducia nei fornitori di servizi per il cloud.

Le previsioni per il 2012 sembrano molto più realiste: solo il 7% delle aziende italiane prevede che oltre il 50% della propria infrastruttura IT sarà su cloud nel 2012. Le Pmi affermano che l’adozione nel corso dell’anno sarà promossa da tre fattori: costi operativi IT ridotti, spazio di storage aggiuntivo o flessibile, migliore conformità. Altri risultati relativi al cloud fanno sapere che l’impiego del cloud per il backup fuori sede è una scelta sempre più diffusa, con quasi la metà (47%) di aziende in Italia che ne fa questo utilizzo specifico.

Solo un quarto (26%) si affida ancora all’approccio tradizionale che prevede ogni giorno il prelievo e il trasporto di nastri o dischi di backup in altra sede. La metà (49%) delle aziende italiane interpellate non dispone ancora di una strategia di backup offsite.

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