COPYRIGHT

YouTube si schiera a fianco degli autori: “Difenderemo il fair use”

La società pronta a sostenere i creatori nella guerre legali che li vedono vittime di “abuso” del Copyright Act. Verrà creata una raccolta di best practice di video “inattaccabili”

Pubblicato il 23 Nov 2015

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YouTube pronta ad andare in tribunale per difendere le ragioni di chi usa porzioni di materiale protetto da copyright avvalendosi del fair use, a fianco dei produttori di filmati e contenuti “ingiustamente accusati di violazione dei diritti d’autore”. Lo ha annunciato la stessa società di Google, che d’ora in poi offrirà supporto legale a una “serie di video” selezionati perché rappresentano esempi lampanti e inattaccabili di fair use. YouTube inserirà questi video in una sezione speciale del sito dedicata a mettere in evidenza “robusti esempi” di applicazione del fair use.

L’iniziativa mira a contrastare quelli che la società di Google ritiene abusi della legge americana sul copyright (Dmca, o US Digital Millennium Copyright Act), che permette ai detentori dei diritti di esigere che un sito rimuova contenuti user-generated, pena lunghe e costose cause legali. Anche se la legge cerca di trovare un equilibrio tra le esigenze dei detentori dei diritti, i proprietari delle piattaforme e le persone che caricano nuovi lavori su siti come YouTube, la normativa è frequentemente abusata per richiedere la rimozione di contenuti su cui il detentore dei diritti non ha in realtà autorità legale.

Se un’opera o contenuto che è caricato in base al fair use vengono colpiti da un ordine di rimozione in base al Dmca, il creatore può appellarsi presentando un “ordine di contro-notifica”. Ma per farlo occorre una procedura complessa e il creatore rischia ulteriori guai legali, per cui spesso preferisce adeguarsi e far eliminare il contenuto oggetto di controversia.

Ora YouTube si mette alla parte di chi non ha i mezzi per difendere il proprio diritto di fair use (vale al momento nei confronti del Dmca, quindi negli Stati Uniti). La decisione è stata presa, ha spiegato il copyright legal director della società, Fred von Lohmann, perché “i creatori possono essere intimiditi dalla procedura di contro-notifica del Dmca e dal rischio di restare invischiati in lunghi procedimenti legali”.

Raggruppando tutti i video che difende in un’unica sezione del sito, YouTube spera anche di costruire un corpus di lavori che rappresentano un esempio inattaccabile di applicazione del fair use. “Oltre a proteggere il creatore singolo, questo programma potrebbe, col tempo, creare una ‘demo reel’ che aiuterà la community di YouTube e i detentori del copyright a capire meglio come si esplica il fair use online e a sviluppare delle best practice tutti insieme”, ha indicato von Lohmann.

Tra i video che YouTube ha già inserito nella sua sezione speciale ci sono quello girato da uno scettico che vuole sfatare in miti sugli Ufo e una serie di film su atterraggi alieni; un video di un giornalista britannico che critica due trailer di due giochi per Pc; e un video in cui si discute la legislazione dello Stato dell’Ohio.

Google stessa spiega che “In molti Paesi, determinati utilizzi di opere protette da copyright non violano i diritti del titolare del copyright. Ad esempio, negli Stati Uniti i diritti di copyright sono limitati dalla dottrina del fair use, secondo cui determinati utilizzi di materiale protetto da copyright potrebbero essere considerati corretti: a titolo esemplificativo e non esaustivo, citiamo l’utilizzo per finalità di critica, commento, informazione, insegnamento, istruzione o ricerca”. Tra i criteri per determinare che un’opera può essere garantita dal fair use c’è per esempio la quantità e l’essenza della parte utilizzata in relazione all’opera protetta da copyright nel suo complesso: brevi spezzoni possono essere riprodotti in base al fair use. Anche l’effetto dell’utilizzo sul mercato potenziale o sul valore dell’opera protetta da copyright conta: gli utilizzi che pregiudicano la capacità del titolare del copyright di trarre profitto dalla sua opera originale sostituendo sul mercato l’opera stessa hanno meno probabilità di rientrare nella definizione di fair use.

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