STRATEGIE

Industria 4.0, Alleanza Coop: “Più autonomia alle Pmi rispetto a piano Calenda”

Il presidente Maurizio Gardini chiede percorsi alternativi ma complementari: “La digitalizzazione deve farsi carico anche di creare nuovo lavoro e non solo di innovare i processi”

Pubblicato il 18 Apr 2017

F.Me

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“Abbiamo condiviso lo sforzo di digitalizzazione”, del piano industria 4.0. Ma serve essere attenti “a politiche più mirate per le piccole e medie imprese”. Lo ha detto Maurizio Gardini, presidente dell’Alleanza delle cooperative italiane, nel corso di una audizione, davanti le commissioni Bilancio di Camera e Senato, sul Def. “Il rischio è propagare un’industria che generare competitività ma espelle il lavoratore”, ha concluso.

Nel dettaglio, secondo l’Alleanza Cooperative, “al fianco di Industria 4.0 occorrono politiche più mirate per le Pmi e le imprese labour intensive quali le cooperative che possono introdurre una digitalizzazione che si fa carico anche di salvaguardare posti di lavoro e non semplicemente digitalizzare processi produttivi per raggiungere competitività con espulsione di forza lavoro e produzione di maggiori profitti. Occorre quindi favorire percorsi autonomi di digitalizzazione delle imprese cooperative rispetto al Piano Nazionale di Impresa 4.0 Per la crescita del Mezzogiorno è apprezzabile l’obiettivo di monitorare l’utilizzo virtuoso dei fondi al fine di evitare ritardi nella realizzazione degli interventi strutturali previsti nei Patti per il sud”.

È necessario però far convergere tutte le azioni e gli strumenti messi in campo in un processo di sviluppo organico, unitario, interregionale, superando definitivamente i caratteri di urgenza, temporaneità e occasionalità prevalenti nelle politiche del passato. “Lo sviluppo delle aree interne non passa solo attraverso grandi investimenti, ma anche dalla capacità di potenziare strumenti di valorizzazione delle aree interne, nelle quali possono essere protagoniste le cooperative di comunità che in molte zone appenniniche stanno dimostrando di essere la soluzione a molto bisogno del territorio attraverso l’autorganizzazione tra i cittadini – ha spiegato Gardini – Sarebbe utile una Legge Quadro nazionale entro la quale le Regioni potranno regolamentarle secondo le specifiche caratteristiche del proprio territorio”. Si concorda infine “sulle misure relative all’investimento da parte dei fondi pensione e delle casse di previdenza di parte delle loro risorse nell’economia reale, ma occorre assicurare che di tali risorse possano concretamente beneficiare anche gli enti cooperativi, in coerenza delle loro peculiarità giuridiche e societarie”.

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