IL PIANO

Industria 4.0, si apre il cantiere lavoro

Il ministro Calenda annuncia un piano contro la disoccupazione tecnologica: “Collaboriamo con Poletti e Fedeli per presentare le norme nella prossima legge di Bilancio”. Ravera: (Asstel): “Nostra intesa con Anpal via da seguire”

Pubblicato il 17 Lug 2017

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Un Piano nazionale per aumentare l’occupabilità delle persone nell’ambito della trasformazione digitale dell’economia, da affiancare ai piani di sviluppo già messi in campo dal Governo quali la Strategia per banda larga, Crescita digitale e Industria 4.0. E’ la proposta di Dina Ravera, presidente di Asstel. Le Tlc sono l’infrastruttura abilitante dello sviluppo digitale, al centro esse stessa di un profondo processo di trasformazione del business, in cui il tema dell’occupabilità acquista sempre maggiore rilevanza. Per questo motivo, secondo Ravera, “abbiamo bisogno di nuove competenze, quindi di inserire giovani. Ma anche la necessità di attuare importanti processi di riconversione e riqualificazione del personale a rischio di obsolescenza professionale”.

In questo senso l’accordo tra Asstel e Anpal può rappresentare una strada da seguire. “L’accordo favorisce l’adozione di misure integrate per i giovani in uscita dai percorsi di studio, al fine di creare nuove figure professionali di difficile reperimento sul mercato e percorsi, per i lavoratori già in forza, di riqualificazione o riconversione delle professionalità a rischio obsolescenza – spiega Ravera – Auspichiamo che il nostro accordo con Anpal faccia da apripista anche per altri settori e per questo ci faremo portatori di questa proposta verso altre federazioni di Confindustria”.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche il presidente di Anpal, Maurizio Del Conte. “Il valore aggiunto di questo progetto comune – puntualizza Del Conte – è la volontà di costruire una rete di soggetti diversi tra loro, uniti in un’unica filiera per progettare misure di politica attiva del lavoro mirate ad inserire lavoratrici e lavoratori di un unico ecosistema, favorendo l’interazione tra diverse professionalità e di processi di mobilità. Fra le azioni previste vi sono interventi di formazione specialistica diretti a qualificare sia lavoratori del settore che giovani in uscita dai percorsi di studio, al fine di creare nuove figure professionali di difficile reperimento sul mercato”.

Secondo Del Conte l’impatto del digitale sul lavoro sarà disruptive, ma creerà grandi opportunità di cambiamento, a patto che “gli attori del mercato si mettano nella condizione di coglierle”. A cominciare dai sindacati. “I sindacati- dice Del Conte – hanno una grandissima chance ovvero quelle di contribuire a regolare e indirizzare questa trasformazione . Sarebbe un grave errore se si tirassero indietro e non cogliessero l’opportunità di dare maggiore dignità al lavoro”.

Un tema delicato quello tra digitale e lavoro, affrontato in occasione del convegno organizzato oggi da Jobsinaction, presso lo Spazio Europa, sulle opportunità, scenari e strategie per le imprese alla luce della trasformazione digitale. “Dobbiamo sostenere la ricostruzione dei profili professionali dei nostri giovani, investendo sulle loro competenze e sulla loro formazione continua – ha evidenziato il ministro del Lavoro Giuliano Poletti evidenziando “come queste azioni saranno più sinergiche ed efficaci se questi processi di cambiamento verranno gestiti nel corso della vita delle imprese”. Questi sono gli sforzi necessari per portare avanti quell’innovazione culturale indispensabile per rendere accessibili a tutti le politiche del lavoro del nostro Paese”.

Nei giorni scorsi il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, ha annunciato un piano contro la disoccupazione tecnologica. Salvaguardare l’occupazione nelle produzioni a più alta automazione “è la grande questione dei nostri tempi”, ha precisato Calenda. “Sappiamo che la tecnologia da sola non costruisce innovazione sostenibile. Con Poletti e Fedeli stiamo lavorando per presentare un piano alla cabina di regia di settembre e inserire le prime norme in legge di bilancio”, ha dichiarato il Ministro al Sole 24 ore.

“Globalizzazione e innovazione tecnologica ridisegnano da secoli la mappa del lavoro, normalmente il risultato finale è positivo, ma durante il percorso si possono creare fratture profonde tra vincitori e vinti. Il problema è che negli ultimi cinquant’anni questi processi hanno anche preso una velocità incredibile, rendendoli difficili da comprendere figuriamoci da governare. Anche per questo il secondo capitolo di industria 4.0, dopo quello su investimenti e competenze, sarà interamente dedicato al lavoro 4.0”.

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