L’Italia è il quarto Paese d’Europa per numero di smart city. Con 13 città intelligenti, la Penisola si colloca subito dietro la Svezia (14 aree urbane), la Germania (15) e la Spagna, che guida la classifica con 21 centri.
Sono i dati della Commissione europea, che ha stilato una classifica a cui fanno capo 194 città di 26 Paesi dell’Unione (tutti tranne Cipro, che non ne ha nessuna), oltre a Regno Unito, Svizzera, Serbia e Turchia.
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La prevalenza nel Nord Italia
Per determinare se un centro urbano possa essere considerato una smart city – totalmente o in parte – si valuta il grado di adozione di strumenti tecnologici per l’ottimizzazione delle infrastrutture (come i punti di illuminazione), della mobilità e dei trasporti, dell’ambiente e della gestione dei rifiuti, oltre a diversi altri fattori che influenzano la qualità della vita degli abitanti. Per questo motivo, i dati della Commissione Europea possono differire da quelli di altri studi, analisi o rapporti.
A livello nazionale, sono le regioni del Nord Italia a mostrare una maggiore densità di smart city, con i casi di Alessandria, Bergamo, Bolzano, Brescia, Genova, Milano, Torino e Trento. Nel Centro Italia figurano Firenze, Montieri e Pisa, mentre nel Sud si distinguono Napoli e Lecce.
I dati sono stati condivisi in occasione dello Smart Cities Expo World Congress (Scewc), la fiera di riferimento a livello internale dedicata all’innovazione urbana. L’edizione 2025, di scena in questi giorni a Barcellona, sarà secondo gli organizzatori quella più partecipata di sempre, con 25mila visitatori e oltre 1.100 espositori.
I risparmi che si possono ottenere grazie alle smart city
In questo contesto 1Nce, multinazionale specializzata in soluzioni per l’Internet of Things attiva in oltre 170 Paesi, sottolinea che le tecnologie digitali per lo sviluppo delle smart city non sono funzionali solo all’abilitazione di nuove applicazioni, ma consentono anche notevoli risparmi rispetto all’uso di sistemi tradizionali: fino al 40%, per esempio, con l’adozione di sistemi intelligenti di illuminazione pubblica, fino al 20% nei costi energetici degli smart building, fino al 12% nel consumo di elettricità grazie ai contatori intelligenti e fino al 40% nel consumo di carburante attraverso la pianificazione ottimizzata delle rotte delle flotte di veicoli monitorate tramite IoT.
1Nce al Smart Cities Expo World Congress
Naturalmente, per raggiungere risultati di questo tipo è fondamentale operare all’interno di un ecosistema vasto e interdipendente. Ecco perché 1Nce partecipa al Scewc insieme a tre aziende strettamente legate al mondo delle smart city: Flashnet, la cui soluzione di illuminazione pubblica intelligente, inteliLight, fornisce informazioni precise in tempo reale su ogni variazione o anomalia della rete, riducendo le perdite energetiche e ottimizzandone la manutenzione; The Curve, specializzata nel tracciamento e nella visibilità delle flotte di diversi mezzi di trasporto, fornendo la loro posizione in tempo reale tramite beacon Bluetooth e gateway cellulari, oltre a dati sullo stato dei veicoli; e Solfix, che presenterà al congresso le proprie telecamere intelligenti, strumenti di grande utilità per la regolazione del traffico nei grandi centri urbani.
Attualmente, 1Nce supporta 1.400 aziende nel settore delle smart city (pari al 6% del proprio portafoglio clienti), tra cui Flashnet, The Curve e Solfix, e ha gestito 135 importanti progetti in 90 Paesi dedicati a questo ambito.
Il ruolo delle telco nell’evoluzione delle smart city
Le reti e i protocolli di telecomunicazione sono la spina dorsale della smart city. Un’analisi su come le tecnologie it e tlc possono essere sfruttate efficacemente per connettere i vari “oggetti” della internet of things nelle smart city, migliorando così la qualità e le prestazioni dei servizi urbani, è fornita dal white paper “The role of telecommunications in smart cities” di Rohit Kumar Sethi, Senior solution architect di GlobalLogic.
Il documento sottolinea che lo sviluppo delle smart city dipende fortemente dalle telecomunicazioni, che consentono la connessione e il coordinamento di tutti i sistemi urbani. In particolare, l’adozione del 5G, delle reti Iot e di soluzioni sicure e scalabili sarà fondamentale per il futuro delle città intelligenti. Al tempo stesso, la mancanza di standardizzazione e le limitate opzioni di connettività wireless rimangono ostacoli nell’implementazione dell’Iot in un ecosistema ampio come quello della città.
Le sfide di connettività
Riguardo alle sfide di connettività che gli ecosistemi Iot su larga scala devono affrontare, il paper evidenzia che, poiché le soluzioni Iot sono sistemi complessi end-to-end, tende a esserci un’eccessiva specializzazione e segmentazione dei fornitori. La grande quantità di standard e iniziative proprietarie diverse tra i fornitori di tecnologia può rendere difficile integrare tutti questi dispositivi diversi in un’unica architettura. Allo stesso modo, una volta che una città ha una rete attiva, deve trovare un modo per aggregare, proteggere, analizzare e condividere in modo efficace le enormi quantità di dati che i sensori raccolgono.
Inoltre, i sensori devono consumare poca energia per essere dispositivi efficienti in un’infrastruttura di smart city. Devono anche essere relativamente economici per creare una rete di grandi dimensioni. Questa combinazione di bassi requisiti di potenza e limitazioni di costo può portare a sensori e dispositivi che hanno capacità di elaborazione, memoria e larghezza di banda molto limitate, richiedendo quindi protocolli specifici per funzionare correttamente.



































































