REPORT INTESA SANPAOLO

L’industria 4.0 spinge il business dei distretti. Ma l’adozione resta scarsa

Rapporto Intesa Sanpaolo: nei poli produttivi la produzione di macchinari smart vale una quota rilevante di ricavi. Spinta da R&S, interazione con i clienti e rapporto con le università. II lento rinnovo degli impianti rischia però di frenare il decollo

Pubblicato il 16 Mar 2017

Andrea Frollà

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La presenza di un centro R&S interno, la rete di relazioni con i fornitori locali di tecnologia, l’interazione con la clientela e la collaborazione con il sistema universitario. Sono questi gli elementi che hanno spinto l’introduzione di soluzioni di industria 4.0 all’interno dei distretti italiani, il cui stato di salute è stato fotografato dalla nona edizione del rapporto annuale di Intesa Sanpaolo.

Presentato dal consigliere delegato di Intesa Sanpaolo Carlo Messina, dal chief economist Gregorio De Felice e dal responsabile della ricerca Industry & Banking Fabrizio Guelpa, il report dedica ampio spazio all’evoluzione economica e finanziaria delle imprese distrettuali con un focus sull’innovazione. Analizzando gli ultimi otto anni (2008-15) di quasi 15mila imprese appartenenti a 149 distretti industriali e di 45mila imprese non-distrettuali attive negli stessi settori di specializzazione, si scopre una forte dinamicità dei distretti.

Del resto la rivoluzione digitale sta rivoluzionando l’organizzazione della produzione e della distribuzione all’interno di queste aree, facendo diventare smart il sistema di produrre attraverso l’introduzione di macchine interconnesse tra loro e con sistemi esterni. Divengono così virtuali i luoghi di scambio, con la diffusione dell’e-commerce utilizzato, secondo una ricognizione realizzata su 161 aziende capofila che operano in 36 distretti, dal 70% delle imprese del sistema moda seppur con una forbice molto ampia tra Nord (94% al Nord-Est, 77% al Nord Ovest) e Sud (44%). Da una indagine pilota sul distretto della meccanica di Vicenza emerge poi che un buon numero di imprese dichiara di produrre macchinari 4.0 e di realizzare con questi una quota rilevante di fatturato, grazie ai driver cui si accennava in apertura.

Questo fatto non deve però far dormire sonni tranquilli all’industria nostrana, anzi il rapporto di Intesa Sanpaolo segnala un ritardo nell’adozione delle tecnologie di smart manufacturing: solo una minima parte delle imprese ha i principali impianti interconnessi, anche a causa dell’elevata età media dei macchinari. “La sfida del digitale – avvertono i curatori del rapporto – può essere vinta solo attraverso un’accelerazione investimenti, finora frenati dall’incertezza che domina i mercati. L’ambiente è certamente favorevole, grazie alla presenza di significative misure governative a sostegno degli investimenti innovativi e alla disponibilità di buone condizioni di finanziamento e di un bacino di risorse interne”.

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