LA RICERCA

L’industria passa al 5.0: è l’era dell’integrazione uomo-robot

Lo studio di Adp con The european house – Ambrosetti su lavoro e innovazione: in Italia 160 automi industriali ogni 10mila dipendenti. E i posti vacanti nell’Ict arriveranno nel 2020 a 135mila: +309% in 5 anni. Virginia Magliulo: “Dal cambiamento nasceranno opportunità”

Pubblicato il 10 Ott 2017

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“La continua evoluzione tecnologica e le numerose funzioni delegabili alle macchine potrebbero far pensare che sia vicino l’avvento della sostituzione dell’uomo con la macchina, mettendo a rischio milioni di posti di lavoro, rimpiazzati da robot. In realtà, la tecnologia nelle sue declinazioni più innovative abilita un nuovo modo di concepire il concetto stesso di lavoro, indipendentemente dal settore di attività o dalle mansioni svolte”. Sono le conclusioni a cui giunge la ricerca “Adp 5.0: come la digitalizzazione e l’automazione cambiano il modo di lavorare”, realizzata dalla multinazionale americana specializzata nell’human capital management, che festeggia i 50 anni di presenza in Italia, in collaborazione con The European house – Ambrosetti.

Il quadro disegnato dalla ricerca porta a guardare al futuro, e a delineare la fase successiva alla quarta rivoluzione industriale: sarà quella di Industria 5.0, intesa come paradigma evolutivo verso la piena integrazione tra uomo e tecnologia, in uno scenario in cui non vi sarà più la distinzione tra mondo virtuale e fisico, dato che uomo e macchine lavoreranno insieme. Proprio il dialogo uomo-macchina in chiave collaborativa, distribuita e orientata alla personalizzazione del servizio, emerge dalla ricerca, sembra connotare la futura evoluzione dell’attuale quarta rivoluzione industriale. A oggi, intanto, c’è un robot industriale ogni 62 dipendenti manifatturieri, pari a 160160 robot industriali ogni 10mila dipendenti.

“In 50 anni Adp Italia è passata dal calcolare i cedolini tramite le schede perforate, all’invio immediato della busta paga su smartphone – dichiara Virginia Magliulo, General Manager di Adp Italia – Questo è solo uno dei mille esempi che potremmo fare per illustrare quanto il panorama tecnologico abbia cambiato il mondo del lavoro. Sicuramente l’era digitale e la robotizzazione muteranno ancora di più la vita dei lavoratori, fino ad arrivare alla piena integrazione tra uomo e tecnologia, in uno scenario in cui uomo e macchine lavoreranno insieme. Questa ricerca vuole porre l’attenzione sulle opportunità che robot e digitale apporteranno, nella consapevolezza che la tecnologia nelle sue svariate declinazioni creerà un nuovo modo di concepire il lavoro”.

Per poter cogliere i benefici dell’attuale rivoluzione 4.0 e accompagnare efficacemente la trasformazione digitale dell’organizzazione, sono cinque le linee d’azione prioritarie evidenziate dallo studio, a partire dal ruolo strategico di guida dell’Hr nel percorso di digital transformation journey dell’azienda. Poi la diffusione di modalità di lavoro smart, grazie anche device mobili e piaffaforme Vpn ad accesso remoto. A seguire la creazione di un ambiente di lavoro digital friendly e aperto alle esigenze dei dipendenti, l’aggiornamento continuo delle competenze digitali del personale e l’attrazione di talenti digitali in azienda.

Guardando la questione dal punto di vista delle imprese, la loro trasformazione secondo le logiche 4.0 si adatta ai nuovi trend evolutivi del mercato intervenendo su tre macro-aree: in primo luogo quella dell’efficacia strategica, migliorando tramite i big data analytics la pianificazione delle attività produttive, e al contempo riducendo i costi. Per riuscirsi sarà centrale il cloud, con il traffico dati a livello globale che sarà gestito sempre più da data centre cloud (da 3,9 a 14,1 zettabyte all’anno tra il 2015 e il 2020, arrivando a rappresentare il 92% dell’intero carico di lavoro). In secondo luogo miglioreranno l’efficacia, l’efficienza e la qualità delle operations, grazie al cognitive computing e alla robotica avanzata, mentre l’efficacia commerciale sarà spinta dalle tecnologie digitali e dall’IoT rafforzando la relazione con il cliente prima, durante e dopo la vendita nell’ottica di migliorare la customer experience.

Insieme ai cambiamenti nei processi produttivi, la rivoluzione tecnologica cambia ovviamente anche il lavoro. Lo studio sottolinea sei ambiti di cambiamento, che già oggi iniziano a palesarsi ma che con il passare del tempo saranno sempre più evidenti: Future workplace (con una nuova gestione dei flussi di comunicazioni che sarà in grado di sganciarsi dalle e-mail), robotica e digital transformation, gestione del cambiamento e organizzazione agile, il talento in azienda, l’age management e il welfare.

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