IL REPORT

Industria 4.0, al Sud investimenti extra per 4 miliardi

E’ la stima di Unicredit calcolata sul traino degli incentivi governativi. Giovanni Ronca: “Occasione da non sprecare”. Il Mezzogiorno già in pole position per banda ultralarga e e-commerce

Pubblicato il 27 Mar 2017

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Tra i territori “fast mover” nello sviluppo dell’e-commerce in Italia c’è il Meridione, che registra su questo canale una percentuale di imprese attive peri all’11,8%, seconda solo al Nord-Est (12%) e davanti a centro (9,5%), e Nord-Ovest (10,7%). Un risultato reso possibile anche dalla buona diffusione della banda ultralarga. Settore in cui la Campania è la terza regione italiana, con il suo 14% di popolazione raggiunta, contro il 25% della Lombardia e il 22% del Lazio. Così se l’Italia è in generale in posizione arretrata rispetto al resto d’Europa nel campo della digitalizzazione, la buona notizia è che i segnali di risveglio più forti arrivano proprio dal Sud. Dove anche il piano Industria 4.0 varato nei mesi scorsi dal governo potrebbe sortire effetti importanti, generando investimenti innovativi aggiuntivi per 4 miliardi di euro. Sono i dati che emergono dall’incontro “Sud 4.0, dalla terza rivoluzione industriale verso Industria 4.0”, organizzato da Unicredit a Napoli.

I quattro miliardi di investimenti aggiuntivi, spiega Giovanni Ronca, co-responsabile delle attività di Commercial Banking per l’Italia di UniCredit, comporterebbero “un recupero della produttività del 15% e una crescita aggiuntiva del Pil dell’1%. Industria 4.0 rappresenta quindi una occasione unica per il Mezzogiorno e per il Paese, che non possiamo permetterci di sprecare, per ritornare a crescere in modo duraturo e consistente. Industry 4.0 impone tuttavia una trasformazione molto profonda, un cambiamento di mentalità delle imprese e delle persone che richiede una necessaria convergenza delle competenze. E’ fondamentale quindi – conclude Ronca – che si generi un circolo virtuoso in cui le banche sappiano dotarsi di capacità di valutazione dei progetti industriali 4.0, il sistema Universitario e il sistema della formazione in generale sia in grado di accompagnare una trasformazione delle competenze finalizzata a formare nuove figure professionali e il sistema politico, sia nazionale che locale, continui a essere parte attiva nell’incentivare e nell’accompagnare la trasformazione”.

Industry 4.0 rappresenta per il Sud una nuova possibilità di realizzare un salto di qualità, una occasione importante per ridurre il divario con altre aree del Paese e dell’Europa più sviluppate – aggiunge Elena Goitini, direttore regionale Sud di UniCredit – per due ordini di motivi: innanzitutto perché con l’economia digitale le infrastrutture materiali, limite storico per il Mezzogiorno, incideranno sempre meno e a muoversi saranno le idee, i dati e non solo i prodotti. In secondo luogo perché la dimensione aziendale, altro limite storico del Paese e del Sud in particolare, verrà superata da nuovi modelli di interazioni tra aziende che prescinderanno dalla grandezza dell’impresa. Le nuove norme sul credito di imposta al Sud, abbinate agli incentivi previsti per Industria 4.0, possono essere il carburante per vincere questa sfida – conclude Goitini – Ma è quanto mai strategica una proficua e incessante collaborazione tra scuola/università, Istituzioni, banche e imprese”.

Dalla ricerca realizzata da Unicredit il Sud si caratterizza come un territorio che sta scommettendo sulla digital transformation, e che può fare da traino in un momento in cui l’Italia è in ritardo rispetto al resto d’Europa, risultando quart’ultima per lo sviluppo digitale, ampiamente al di sotto della media europea e dietro solo a Paesi quali Grecia, Bulgaria e Romania. Solo il 15% delle imprese italiane è raggiunto dalla banda ultra-larga, secondo i dati dell’istituto di credito, contro il 32% della media europea, mentre l’11% delle aziende si è attrezzato per vendere online i propri prodotti, contro una media Ue del 20%.

A confermare la vitalità del Sud in questa cornice di sono i dati sulla connettività: ai primi cinque posti della classifica nazionale per percentuale di popolazione raggiunta a 30 megabit per secondo ci sono infatti regioni meridionali: Calabria (76%), Campania (65,2%), Puglia (53,8%) e Basilicata (42%), tutte sopra la media italiana che è del 35,4%. Nel 2016 il numero delle imprese meridionali con sito internet supera la soglia del 60%, mentre sono il 26,2% le imprese del Sud che utilizzano software specializzati per il Crm, di poco sotto la media italiana del 30%. Se tuttavia in Italia il tema di Industria 4.0 è conosciuto dal 53% delle imprese, al Sud la percentuale cala al 34%, mentre sale al 53% la percentuale di imprese che non conosce affatto il tema (contro una media Italia del 33%).

“Il 4.0 – commenta Riccardo Masoero, business strategy, industry advisory & customer Intelligence di UniCredit – è una sfida che l’Italia e il Sud devono saper vincere: per farlo servono competenze, consapevolezza, capacità di mettersi insieme, fare ricerca e sviluppo insieme. C’è da recuperare uno spazio importante tra imprese particolarmente avanzate, settori particolarmente avanzati, che ci sono e ci sono nel Sud Italia, e tutto quel substrato di imprese molto più tradizionali che vanno purtroppo a una velocità diversa. Se si riesce a far accelerare queste imprese, il Sud può vincere la sfida”.

A conforto di questa interpretazione c’è anche il fatto che il 14% della popolazione della Campania è raggiunta da banda ultra-larga di ultima generazione. La Regione è al terzo posto della classifica italiana, dietro alla Lombardia (che guida la classifica con il 25%) e al Lazio (seconda regione italiana con il 22%). Le restanti Regioni del Sud sono invece più indietro e lontane dalla media italiana dell’11%.

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