L'INDAGINE

Hybrid working: per il 78% delle pmi italiane la strada è ancora lunga

Secondo una ricerca di Dynabook Europe, la maggior parte delle realtà economiche del nostro Paese non ha ancora ottimizzato appieno le soluzioni IT per la nuova modalità di lavoro: sicurezza fra le priorità, ma sono tante le sfide che restano aperte

Pubblicato il 07 Set 2022

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Molte piccole e medie aziende europee sono ancora alle prese con le sfide del lavoro ibrido, e l’Italia non si discosta da questo trend: nel nostro Paese, infatti, ben il 78% delle realtà economiche non ha ancora ottimizzato appieno le proprie soluzioni It per la nuova modalità lavorativa. E’ una delle evidenze che emergono da “Guida per rendere l’hybrid working definitivo nelle Pmi” (SCARICA QUI IL REPORT COMPLETO), nuova ricerca di Dynabook Europe GmbH.

Lo studio, commissionato da Dynabook in collaborazione con Walnut Unlimited, ha intervistato 1.200 responsabili It di piccole e medie imprese di Regno Unito, Francia, Germania, Spagna, Paesi Bassi, Belgio e Italia.

Budget It in aumento

Lo studio indica che i budget It sono generalmente in aumento in tutta la regione. Ciò è particolarmente evidente nel Regno Unito, dove il 54% delle Pmi ha rivelato di aver aumentato il budget It quest’anno rispetto al precedente. Quasi la metà (48%) delle PMI francesi ha dichiarato di aver aumentato i budget, seguite dal 46% di quelle spagnole e dal 33% di quelle italiane. Solo il 26% delle piccole e medie imprese italiane ha dichiarato di aver ridotto il proprio budget IT.

Di conseguenza, le tre principali aree per gli investimenti It nei prossimi 12 mesi includono soluzioni cloud-based (51%), infrastruttura di cybersecurity (47%) e supporto/assistenza It da remoto (43%). Anche la dotazione di dispositivi per i dipendenti è una priorità di investimento diffusa (39%).

Ambienti It più complesso che mai

“Dalla nostra ricerca emerge chiaramente che le aziende operano in un ambiente It più complesso che mai, poiché il lavoro ibrido continua a creare problemi di sicurezza, produttività e affidabilità per le Pmi europee”, dichiara Damian Jaume, presidente di Dynabook Europe GmbH. “Sebbene non esista un approccio unico per tutti, è chiaro che i budget devono estendersi mentre attraversiamo tempi economici complessi. È essenziale che le Pmi diano la priorità all’investimento e all’implementazione di tecnologie affidabili, economiche e sicure nel momento in cui mirano a rendere permanente il passaggio all’ibrido”.

Eliminare i tempi di inattività It

Per le Pmi, la transizione da un ambiente di lavoro tradizionale a un modello di lavoro ibrido ha rappresentato molte sfide operative, con la riduzione dei tempi di inattività It che si è rivelata la sfida principale per poco meno della metà delle aziende italiane (43%) degli intervistati. Quasi la metà delle Pmi nazionali perde almeno sette ore al mese per dipendente a causa dei tempi di interruzione dell’attività It, pari a 12 giorni all’anno, e solo l’11% ritiene di disporre delle risorse It sufficienti per supportare la propria forza lavoro. Per coloro che hanno dichiarato di non avere risorse adeguate, la carenza più frequente è quella di personale: il 40% ha indicato di non avere abbastanza dipendenti per la sicurezza It, mentre il 20% ha dichiarato lo stesso per l’It in generale. Non sorprende quindi che le Pmi si orientino verso soluzioni tecnologiche più convenienti e affidabili, in grado di semplificare la gestione dell’It mantenendo la sicurezza e la produttività di tutta la forza lavoro.

I dispositivi al cuore del fenomeno

Il 71% delle Pmi italiane ritiene le decisioni di acquisto dei computer portatili siano più importanti oggi rispetto a prima della pandemia. Allo stesso modo, le tecnologie emergenti come le infrastrutture Virtual desktop (VDI) (55%) e le soluzioni di edge computing (53%) occupano posti di rilievo in questa classifica, grazie alla loro capacità di garantire ai dipendenti un ambiente remoto altamente sicuro e produttivo.

La sicurezza rimane la principale priorità

Ultima ma non meno importante, la sicurezza rimane una priorità fondamentale per le aziende che si trovano ad affrontare un panorama di minacce informatiche in costante evoluzione. La ricerca ha rilevato che il 47% delle Pmi italiane ritiene che la sicurezza sia stato l’elemento dell’It più impegnativo da gestire durante la pandemia. Questo dato si divide tra sicurezza della rete (22%) e dei dispositivi (25%), evidenziando la necessità che la sicurezza sia alla base di ogni componente dell’infrastruttura IT, dal core della rete fino all’hardware nelle mani dei dipendenti.

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