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Lavoro, Maiolini: “Intelligenza artificiale chance per costruire una società più equa”

Crescono le attività mediate dalle piattaforme e il ricorso alla robotica. Ma non si può lasciare all’algoritmo il compito di disegnare il futuro: la sfida è quella di rimettere al centro la persona e i suoi diritti. L’analisi della Responsabile Ufficio lavoro 4.0-Cgil nel giorno del lancio dell’e-book “IA: Lavorare con l’Intelligenza artificiale”

Pubblicato il 24 Mag 2021

Cinzia Maiolini

Responsabile Ufficio lavoro 4.0-Cgil

intelligenza-artificiale

Nei prossimi giorni uscirà un manuale, sia cartaceo che in formato e-book sull’Intelligenza artificiale, dal titolo “IA: Lavorare con l’Intelligenza artificiale”, edito da Futura/ Ediesse e frutto di una elaborazione collettiva della Cgil nazionale.

Questo libro è in continuità con il manuale “ Contrattare l’innovazione digitale” edito nel 2019 da Ediesse a riprova che, mentre si implementano le diverse applicazioni delle nuove tecnologie, aumenta la necessità di conoscenza diffusa e di approfondimento dei temi e delle sfide che queste implementazioni comportano.

“IA- lavorare con l’intelligenza artificiale” era in lavorazione proprio mentre il Parlamento Europeo adottava risoluzioni contenenti raccomandazioni per la Commissione Europea in vista della redazione e stesura dei futuri regolamenti sull’intelligenza artificiale.

È dunque proprio con un excursus ragionato sull’attività dell’Unione europea, sul ruolo e le proposte della Ces e le determinazioni dell’Ilo e dell’Ocse che si apre il manuale, provando a collocare il tema delle sfide poste dalle implementazioni tecnologiche in un contesto sovranazionale, unica dimensione possibile per una regolazione di tecnologie pervasive e globali che garantisca i diritti fondamentali delle persone.

Se la digitalizzazione infatti deve necessariamente essere “sotto controllo umano” e porre al centro la persona allora le decisioni che hanno impatto sul lavoro non possono essere prese da algoritmi “in autonomia”; vi è necessità di un confronto tra le parti per definire la progettazione ed i contenuti.

Da qui la necessità di occuparsi di questi temi raccogliendo ragionamenti, analisi e proposte regolatorie in una pubblicazione che vuole offrire strumenti di conoscenza ed analisi utili per la contrattazione.

Oggi le applicazioni di AI sono davvero molteplici: veicoli e robot autonomi, assistenti virtuali e chatbot, oggetti intelligenti, language and image processing, reccomendation.

Per ognuno di questi ambiti il manuale indica un’esperienza già effettuata di contrattazione o le concrete e diffuse applicazioni: di fatto l‘Intelligenza artificiale è di uso comune.

Le sfide poste dall’applicazione di meccanismi di Intelligenza Artificiale e delle tecnologie ad essa più strettamente connesse sono particolarmente importanti proprio perché questa è oggi una delle applicazioni più diffuse anche nella vita quotidiana delle persone e sempre più utilizzata come supporto alle decisioni umane ma, nel contempo, è una tecnologia che più di altre pone problemi di ordine etico per il suo utilizzo.

Perché si abbia una applicazione corretta dei sistemi di Intelligenza Artificiale a partire dallo spazio nazionale è dunque necessaria, secondo la Cgil, una coerenza di fondo con i principi costituzionali, con le norme di tutela collettive e dei singoli e con la capacità di mettere al centro di ogni ragionamento il rispetto della dignità umana.

Nel manuale, dopo la disamina del quadro giuridico sovranazionale, si indaga sul rapporto tra salute e sicurezza in ambienti di lavoro ad elevata automazione, su come si eserciti il potere di controllo tramite gli algoritmi e quali siano i rischi di discriminazione, sul necessario controllo dei dati da parte delle rappresentanze sindacali.

I proventi che derivando dal possesso e dal processo dei dati devono essere redistribuiti? Come vengono gestiti e qual’è la loro tutela?

Se l’impiego di sistemi di IA è alla base di decisioni che possono avere conseguenze rilevanti nei confronti di chi lavora a quale norma ci si può appellare per pretendere trasparenza ed evitarne gli effetti discriminatori?

Si possono meglio definire nuovi diritti che rafforzino la posizione di lavoratrici e lavoratori e le loro rappresentanze?

Nel provare a rispondere a queste domande si offrono spunti di riflessione sulle modalità possibili di contrattazione di questi temi, sia a livello nazionale che aziendale.

In fondo si tratta di immaginare e reperire gli strumenti necessari ed opportuni per costruire una società meno diseguale, inclusiva, centrata sul rispetto degli esseri umani e capace di tutelare la dignità del lavoro, riconoscendo la necessità di un’elaborazione e di un confronto continui sulle trasformazioni veloci e radicali che caratterizzano questa epoca.

In questa delicatissima fase di necessario ripensamento dell’intero modello economico e sociale è davvero necessaria una conoscenza attenta e puntuale delle applicazioni possibili e delle potenzialità delle nuove tecnologie ed è opportuno porsi domande su come renderne possibile la contrattazione affinché il suo utilizzo, in ogni ambito, sia a servizio dell’umanità, nel rispetto di principi etici condivisi e con tutte le tutele necessarie.

Tanto più saranno diffuse le applicazioni e le tecnologie digitali, tanto maggiore sarà infatti il rischio dell’accentuarsi di una asimmetria pericolosa tra grandi big tech e cittadini, tra fornitori di tecnologia e fruitori, tra datori di lavoro e lavoratori.

Contrattarne gli impieghi, costruire consapevolezza, ragionare su diritti ed opportunità, è il modo corretto per ridurre progressivamente quelle asimmetrie.

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