Arriva la firma sul rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro (Ccnl) delle telecomunicazioni, un accordo che Asstel-Assotelecomunicazioni ha definito “un passo decisivo per l’evoluzione dell’intero ecosistema Tlc italiano”. Per l’Associazione di categoria che, nel sistema di Confindustria, rappresenta la filiera delle Tlc, il rinnovo non è un semplice aggiornamento economico e normativo, ma un contratto di trasformazione e di innovazione per accompagnare la transizione digitale del Paese e rafforzare la competitività del settore delle Tlc con una prospettiva di lungo periodo, fino al 2028.
“Il nuovo Ccnl Tlc rappresenta un punto di svolta per la filiera delle telecomunicazioni”, dichiara Pietro Labriola, Presidente di Asstel, “perché guarda avanti e mette al centro il valore delle persone. È un contratto di trasformazione che nasce da un dialogo serio e responsabile, e che testimonia la grande responsabilità sociale del nostro settore: nonostante un mercato che non è ancora uscito dalla crisi, le imprese hanno scelto di fare la loro parte, anche in coerenza con gli interventi previsti dal Governo nella legge di bilancio, che prevede misure di agevolazione fiscale per incrementi economici riconosciuti dai rinnovi contrattuali”.
Soddisfatte le parti sociali: Fistel Cisl parla di “un passaggio fondamentale per affrontare le sfide del settore in Italia“. Per Alessandro Faraoni, segretario generale della Fistel Cisl, “Questo rinnovo rappresenta una scelta strategica per il futuro della filiera delle telecomunicazioni in Italia”.
“Il rinnovo del Contratto nazionale di lavoro delle Tlc è una buona notizia per i lavoratori e le lavoratrici che avranno strumenti per difendere i loro interessi e i loro diritti durante una profonda fase di ristrutturazione del settore”, commenta il segretario generale della Slc Cgil, Riccardo Saccone.
Si tratta di “Un passaggio fondamentale dopo anni complessi e un ritardo che ha messo alla prova lavoratrici, lavoratori e relazioni industriali”, anche per Vera Buonomo, Segretaria Confederale Uil, e Salvo Ugliarolo, Segretario Generale Uilcom. “Questo rinnovo, arrivato ben oltre i tempi, dimostra quanto sia necessario rispettare le scadenze contrattuali: perché una contrattazione puntuale è l’unico strumento per tutelare il potere d’acquisto, governare i cambiamenti e dare risposte concrete al settore. Il nuovo contratto restituisce alle persone un quadro certo di diritti, tutele e prospettive”.
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Contratto nazionale di lavoro Tlc, siglato il rinnovo
Il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro delle arriva dopo intense trattative e testimonia, secondo Asstel, “il senso di responsabilità dell’industria delle telecomunicazioni, che – pur in un contesto economico ancora complesso e in assenza di un quadro di politica industriale definito – ha scelto di procedere con il rinnovo del contratto collettivo, valorizzando il contributo delle persone e la sostenibilità del settore”.
Diverse le novità del nuovo Ccnl. In particolare, il contratto introduce per la prima volta una distinzione all’interno della filiera Tlc per il comparto Crm–Bpo, il più esposto ai processi evolutivi e di transizione tecnologica, prevedendo maggiori strumenti di flessibilità per garantire sostenibilità economica e occupazionale e contrastare i fenomeni di dumping contrattuale.
Il contratto prevede, inoltre, l’introduzione di aree professionali per valorizzare le competenze delle persone, collegando in modo più diretto le responsabilità ai percorsi di crescita.
Dal punto di vista economico, nel triennio 2026–2028 il settore riconoscerà il recupero dell’inflazione Ipca maturata nei due cicli negoziali.

I sindacati: valorizzazione delle risorse umane
La Fistel Cisl evidenzia come l’accordo sia cruciale non solo per garantire la stabilità occupazionale e il miglioramento delle condizioni dei lavoratori, ma anche per dotare il settore degli strumenti necessari a sostenere la transizione digitale del Paese. L’obiettivo è conciliare le esigenze di innovazione delle imprese con la tutela e la valorizzazione professionale delle risorse umane, pilastro fondamentale per la competitività e lo sviluppo infrastrutturale del settore Tlc.
Prosegue Faraoni: “È necessario dare risposta alle sfide digitali, infrastrutturali e del mercato del lavoro con un contratto collettivo che sia moderno, inclusivo e capace di valorizzare le persone e le imprese”.
Il nuovo Ccnl Tlc è, in particolare, “un’ottima notizia per le lavoratrici ed i lavoratori dei call center in outsourcing”, evidenzia Saccone di Slc Cgil. “Con il rinnovo del contratto si pone un argine chiaro ai contratti pirata. Lo dovevamo a migliaia di lavoratrici e lavoratori di questo settore che non meritavano, dopo anni di battaglie, di ripiombare in un passato ingiusto. È una buona notizia per la democrazia perché l’unico vero mezzo per difendere un diritto è praticarlo. Adesso sta alle aziende del settore imboccare definitivamente la strada dello sviluppo e dell’innovazione e al Governo mettere in campo vere politiche industriali e regolatorie per un settore cruciale per lo sviluppo del Paese”.
Alle Tlc manca ancora la politica industriale
Anche Buonomo e Ugliarolo indicano: “Ora serve una vera politica industriale da parte del Governo, coerente e capace di sostenere una filiera strategica, riconoscendo che la digitalizzazione non esiste senza le persone che ogni giorno la rendono possibile”.
Serve, inoltre, “un confronto vero e costruttivo per intervenire su temi ormai non più rinviabili: a partire dal costo dell’energia per le aziende che non sono classificate come energivore, fino a un intervento sulle gare pubbliche che riguardano il mondo dei servizi alla clientela, dove troppo spesso si continuano a pagare gare non compatibili con il rispetto dei contratti collettivi maggiormente rappresentativi, alimentando contratti pirata che mettono a rischio la tenuta dei livelli occupazionali e la qualità del lavoro nel settore”.
Secondo Uil e Uilcom, inoltre, è indispensabile affrontare con decisione il tema della frammentazione del mercato delle telecomunicazioni, dove la presenza di troppi operatori ha generato una guerra dei prezzi che, nel corso dell’ultimo decennio, ha eroso margini, impoverito gli investimenti e bruciato decine di miliardi di euro, mettendo in difficoltà l’intera filiera. Solo una strategia industriale chiara, orientata alla sostenibilità economica e occupazionale, potrà restituire solidità e prospettiva a un comparto strategico per il futuro del Paese.
Labriola: “Serve un cambiamento strutturale”
Tuttavia, fa notare ancora Labriola, “questo impegno deve essere accompagnato da politiche industriali coerenti e di lungo periodo: senza un cambiamento strutturale nelle politiche del Sistema Paese, ogni sforzo delle imprese rischia di essere vano. Le telecomunicazioni sono una componente strategica dell’economia italiana – oltre 200 mila occupati, più del 6% del Pil e investimenti per oltre 114 miliardi di euro dal 2010 – e meritano una visione di politica industriale che ne riconosca il ruolo centrale per la competitività nazionale”.
Conclude il presidente di Asstel e AD di Tim: “È il momento di agire con coerenza e visione, per fare della nostra filiera uno dei motori della digitalizzazione e della crescita del Paese”.
“Strumenti concreti per governare le trasformazioni in atto”
“Questo rinnovo mette a disposizione strumenti concreti per governare le trasformazioni in atto”, afferma Laura Di Raimondo, Direttrice generale di Asstel. “Il nuovo modello di classificazione del personale, basato sulle Aree Professionali, supera i vecchi livelli e valorizza le competenze, l’occupabilità, collegando in modo più diretto le responsabilità ai percorsi di crescita. Particolare attenzione è stata riservata al comparto Crm/Bpo, per il quale nasce un’area contrattuale dedicata, per contrastare i fenomeni di dumping contrattuale, che introduce maggiore flessibilità organizzativa e sostenibilità economica, assicurando continuità occupazionale attraverso una revisione della clausola sociale”.
Di Raimondo sottolinea ancora che il nuovo contratto di lavoro Tlc “innova anche in materia di welfare rafforzando la previdenza complementare e la sanità integrativa di settore, prevedendo nuovi permessi per genitorialità, violenza di genere e bisogni educativi speciali e potenziando il lavoro agile, rendendolo più inclusivo e orientato a risultati misurabili”.
Infine, “si è scelto di creare una correlazione tra i principi Esg (Environmental, Social, Governance) e gli istituti del Ccnl consolidando la visione condivisa del lavoro fondato su sostenibilità, partecipazione e responsabilità sociale”.
I pilastri del nuovo contratto Tlc: trasformazione del lavoro
Nel dettaglio, il nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro delle Tlc si articola sui principali ambiti di innovazione, ovvero:
Trasformazione del lavoro: il nuovo modello di classificazione introduce due articolazioni – una generale e una specifica per le attività di Crm/Bpo – con l’obiettivo di favorire la flessibilità e l’occupabilità mettendo al centro le “competenze” delle persone. Viene aggiornata la disciplina su nuove tecnologie e tutela dei lavoratori, promuovendo l’uso di strumenti informatici di supporto e percorsi formativi certificati. Il lavoro agile garantisce piena equivalenza tra prestazioni in sede e da remoto.
Trasformazione Crm/Bpo: è stata istituita, per contrastare i fenomeni di dumping contrattuale, un’area speciale all’interno del Ccnl Tlc dedicata alle attività di Crm/Bpo, con maggiore flessibilità sugli orari e sulla gestione delle prestazioni lavorative. La revisione della clausola sociale garantisce la continuità occupazionale nei passaggi di appalto, mantenendo condizioni economiche equivalenti e sostenibili.
Innovazione del welfare e Esg
Evoluzione normativa, welfare e Esg: il contratto mette al centro le Relazioni Industriali attraverso il rafforzamento del sistema partecipativo, aggiorna le regole su contratti a termine e somministrazione, in materia di orario di lavoro e di permessi legati all’inclusione. Si è scelto di creare una correlazione tra i principi Esg e gli istituti del contratto Tlc consolidando la visione condivisa del lavoro fondato su sostenibilità, partecipazione e responsabilità sociale.
Le Parti hanno deciso di rafforzare l’assistenza sanitaria integrativa del Servizio Sanitario Nazionale definita dal Ccnl. Una Commissione paritetica lavorerà per presentare alle Parti entro il mese di aprile del 2026 una proposta per l’istituzione, dal 1° luglio 2026 di un Fondo sanitario di categoria per tutti i lavoratori delle aziende cui si applica il Ccnl e che non abbiano già una forma di assistenza sanitaria integrativa. La soluzione così individuata costituirà il punto di partenza per l’equiparazione delle prestazioni base di tutte le aziende del settore e la confluenza, nel tempo, delle forme previste a livello aziendale.
L’adeguamento della parte economica
Parte economica: L’incremento economico riconosciuto è di 298 euro al 5° livello, corrispondente al Livello C1 nel nuovo sistema di classificazione che sarà erogato con le seguenti tranches: 100 euro dal 1° gennaio 2026,50 euro dal 1° dicembre 2026, 50 euro dal 1° luglio 2027, 98 euro dal 1° dicembre 2028.
Per il Crm-Bpo l’incremento economico riconosciuto è di 288 euro al 5° livello, corrispondente al livello C1 nel nuovo sistema di classificazione con le seguenti tranches: 50 euro dal 1° aprile 2026, 35 euro dal 1° dicembre 2026, 50 euro dal 1° dicembre 2027, 50 euro dal 1° luglio 2028, 103 euro dal 1° dicembre 2028.
Nell’ambito del Tec le Parti hanno concordato l’incremento della contribuzione aziendale al Fondo di previdenza Telemaco all’1,6 % dal 1° gennaio 2026 e della contribuzione al Fondo Bilaterale di solidarietà di settore, rispettivamente allo 0,20 % a carico azienda e allo 0,10 % a carico dei lavoratori.











