Anche Yahoo! nel mirino cinese? Bloccate le email di giornalisti

Il commento della web-company: “Cyber-attacchi da condannare indipendentemente dalla loro origine e dall’obiettivo”

Pubblicato il 01 Apr 2010

Anche Yahoo! nel mirino cinese? Bloccate le email di giornalisti

Nuovi guai per un'azienda dei media occidentale attiva in Cina.
Dopo gli attacchi hacker contro gli account Gmail di decine di
attivisti per i diritti umani, sembra che le nuove vittime siano
alcuni giornalisti (almeno tre) e un analista attivi in Cina e le
loro caselle di posta Yahoo. L’Associated Press ha riportato che
gli account sono diventati inaccessibili nelle ultime settimane; i
quattro utenti hanno ricevuto dei messaggi che avvisavano che Yahoo
aveva "individuato un problema sulla loro casella" e
chiedeva di contattare l’azienda. Quest’ultima avrebbe risposto
a una delle quattro “vittime” che l’account era stato colpito
da un attacco hacker.

Tuttavia una portavoce ai quartier generali di Sunnyvale,
California, ha rifiutato di confermare o smentire le notizie
dell’Agenzia di stampa. “Yahoo condanna tutti i cyber-attacchi
indipendentemente dalla loro origine e dal loro obiettivo. Il
nostro impegno è quello di proteggere la sicurezza e la privacy
degli utenti e siamo sempre pronti ad agire nel modo più
appropriato nel caso di intrusione nei nostri sistemi”, si legge
nel comunicato ufficiale di Yahoo.

Conferme a parte, la notizia dell’Ap è l’ennesimo segnale dei
problemi causati dalla severa censura che agisce sul mercato
dell'informazione cinese. E’ già noto il braccio di ferro
tra Google e Pechino iniziato a gennaio, quando il motore di
ricerca americano, vittima di una serie di cyber-attacchi, ha
deciso di non voler più sottostare a controlli e restrizioni sui
suoi risultati.

Allora Google aveva detto di possedere prove che dimostravano che
gli account Gmail di decine di attivisti per i diritti umani
connessi con la Cina erano regolarmente spiati da terzi, per lo
più via phishing o malware installatI sui computer. 
L’azienda
si è anche lamentata della crescente restrizione della libertà di
parola sul web, che ha colpito Google e YouTube ma anche i social
network. Google ha poi in parte ritrattato, ma sembra che le
relazioni tra Pechino e i media occidentali continuino ad essere
piuttosto turbolente.

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