Beauty contest, Passera: “Dossier delicato, stiamo approfondendo”

Si stringono i tempi intorno all’assegnazione gratuita di frequenze tv. Il ministro per lo Sviluppo economico: “Un tema su cui ragionare a fondo in un momento in cui chiediamo sacrifici all’Italia”. E sull’Ict: “Settore importante per la crescita”

Pubblicato il 09 Dic 2011

Il settore delle comunicazioni è un settore "di grande
importanza per favorire la crescita e la produttività del Paese e
non trova ancora l'Italia alla frontiera". Lo ha detto il
ministro dello sviluppo Corrado Passera, aggiungendo che
"però siamo sulla strada e dobbiamo accelerare molti
temi". In particolare quello delle Ngn è "un tema che ci
vedrà molto impegnati". Riguardo al digital divide "è
qualcosa che possiamo in tempi relativamente brevi superare":
l'intervento per ridurre e superarlo si può mettere in campo,
"in parte", anche facendo affidamento su "risorse
già esistenti, andando a raccogliere quelle che ancora non stiamo
utilizzando e rischiando di perderle", spiega il titolare
dello Sviluppo. Per quanto riguarda l'Agenda digitale europea,
"ci deve vedere fra i Paesi più rispondenti".

Il ministro ha poi affrontato il tema caldo del momento, il beauty
contest: "Un tema su cui vogliamo ragionare in un momento
particolare come questo, in cui chiediamo sacrifici". Il che
potrebbe rappresentare un cambio di prospettive rispetto
all'assegnazione gratuita dei sei multiplex digitali così come
era stato previsto dall'ex ministro Paolo Romani.
Secondo alcune valutazioni la messa a gara di 4 multiplex (due
potrebbero essere utilizzati per sanare "vulnus"
pregressi) potrebbe fruttare circa un miliardo di euro alle casse
dello Stato, considerando una base d'asta di circa 250mila euro
a canale. Non sembra politicamente percorribile invece
l'alternativa di un aumento del canone d'uso, che
scatenerebbe una levata di scudi generale.

Sul beauty contest ieri l’ex premier Silvio Berlusconi ha
indirettamente risposto a quanti – in maniera bipartisan dal Fli
al Pd, passando per Sel e Idv – chiedevano al governo di rivedere
la modalità di assegnazione dello spettro e di strutturare una
vera e propria gara". “Temo che se ci fosse da fare una gara
sulle frequenze potrebbe essere disertata da molti – ha detto
Berlusconi, prima di lasciare Marsiglia al termine del vertice Ppe.
“Temo che il problema siano i contenuti più che il costo delle
frequenze visto che si è sviluppata così tanta concorrenza e Sky
ad esempio ha rinunciato ad una gara molto onerosa”. 

Nei giorni scorsi dal mondo politico è arrivata una levata di
scudi contro il beauty contest.
Chiede di bloccare le frequenze tv gratis a "beneficio
dell'indicizzazione delle pensioni che deve essere ripristinata
anche a beneficio delle pensioni medio-basse e piccole
abitazioni" Carmelo Briguglio, vicecapogruppo di Fli a
Montecitorio: "Il governo Monti intervenga a bloccare questa
operazione e predisponga un'asta regolare. La previsione
dell'entrata vada a beneficio dell'indicizzazione delle
pensioni che deve essere ripristinata anche a beneficio delle
pensioni medio-basse e piccole abitazioni".

Dello stesso avviso è il deputato e capogruppo del Pd in
commissione Trasporti e Telecomunicazioni alla Camera, Michele
Meta: "Alla luce dei salti mortali che si chiedono agli
italiani con la Manovra appena varata dal Governo non sussistono
più le ragioni, discutibili già allora, del precedente Governo
che ha scelto di assegnare 25 nuovi canali televisivi digitali,
senza asta pubblica, ai principali soggetti imprenditoriali del
Paese". E che la questione debba essere affrontata in modo
serio è convinto il ministro dell'Istruzione, Università e
ricerca, Francesco Profumo: "Credo che su questo tema sia
necessario sedersi. Il Paese ha bisogno di riprogettarsi. Questo è
un tema complicato, bisogna farlo partire da dati oggettivi e credo
che sui dati oggettivi si possa ragionare".

Antonio Di Pietro minaccia di non votare la manovra “se non sarà
possibile introdurre nel provvedimento la vendita all'asta
delle frequenze tv del digitale oltre a tagli consistenti alle
spese militari, riducendo così la portata dell'intervento
sulle pensioni".

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