IL DOCUMENTO

Far West digitale, aut aut dell’Europa ai big del web

Linee guida della Commissione Ue sui contenuti illegali: Facebook & Co. dovranno identificare e rimuovere notizie false e prodotti contraffatti. Nessun obbligo, ma senza collaborazione Bruxelles è pronta a presentare una proposta legislativa ad hoc

Pubblicato il 28 Set 2017

F.Me.

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Stop alla moltiplicazione dei contenuti illegali su Facebook, Twitter, Youtube, eBay e altre piattaforme online. La Commissione Ue, con l’adozione di linee guida, fa un passo avanti verso l’obbligo per i giganti del web di identificare (“detection”), rimuovere (“take down”) e bloccare (“stay down”) il materiale illecito ospitato sulla Rete che va da terrorismo e incitazione all’odio alla pedopornografia sino alla vendita di merci contraffatte e violazione del copyright.

Anche se queste non hanno valore legalmente vincolante, la Commissione intende monitorare la loro applicazione e, se tra qualche mese lo riterrà necessario, potrebbe presentare una proposta legislativa vera e propria. Le piattaforme, infatti, anche se non hanno la responsabilità legale dei contenuti che ospitano, hanno però un “duty of care”, ovvero un “dovere di diligenza”. Finora Bruxelles ha lasciato loro la possibilità di autoregolamentarsi ma, sebbene vengano rimossi molti più contenuti illegali di prima, questa ritiene si possa fare di più, pur senza ledere la libertà di espressione.

Sul fronte dell’identificazione del materiale illecito, le piattaforme online dovranno essere molto più proattive e rapide di oggi, usando per esempio la tecnologia per il rilevamento automatico o “segnalatori” di fiducia. Dovranno anche collaborare in modo più stretto con le forze dell’ordine, e mettere in piedi un sistema semplice e accessibile per notificare i contenuti che violano la legge. Una volta identificati, è “essenziale” una loro rapida rimozione, più o meno immediata a seconda della gravità del contenuto, massima quando c’è un “serio rischio di danno come l’incitamento al terrorismo”, minore quando si tratta per esempio di annunci per la vendita di accessori contraffatti su eBay.

Le piattaforme dovranno spiegare in modo chiaro la loro politica sui contenuti agli utenti, informare i provider quando e perché questi siano stati rimossi, dare loro la possibilità di ricorso (con contro-notifiche online), oltre a riferire alle autorità gli eventuali crimini identificati. Facebook e colleghi dovranno quindi assicurare che i contenuti rimossi non vengano ricaricati online, usando filtri e sistemi di rilevamento automatici e sviluppando nuove tecnologie condivise di questo tipo.

“Stiamo fornendo una risposta saggia alla sfida del contenuto illegale online – commenta la commissaria al Digitale, Mariya Gabriel – Rendiamo più facile alle piattaforma fare il loro dovere, in stretta cooperazione con le forze dell’ordine e la società civile”. Secondo la commissaria alla Giustizia, Vera Jourova, “lo stato di diritto si applica online come offline: non possiamo accettare un Far West digitale”.

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