Il debutto di Linkedin sbaraglia Wall Street

Al suo sbarco in Borsa la società viaggia con guadagni di circa il 90% attestandosi a quota 85,36 dollari. Ma gli analisti temono il rischio bolla

Pubblicato il 19 Mag 2011

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Debutta con grande successo Linkedin Corp che a Wall Street viaggia
a velocità impressionante con guadagni di circa il 90%
attestandosi a quota 85,36 dollari. Il prezzo dei titoli della
società che gestisce un social network dedicato ai professionisti
in Ipo era di 45 dollari e non più di due giorni fa la società
aveva aumentato il range del prezzo della sua Ipo del 30%. A due
giorni dello sbarco in Borsa delle azioni del social network,
Linkedin, infatti ha potenziato la gamma della proposta in un range
tra i 42/ 45 dollari per azione da quella precedentemente indicata
che era compresa tra i 32 e i 35 dollari per azione.

A 45 dollari per azione, la capitalizzazione dell’azienda
raggiunge quota 4,25 miliardi di dollari, e potrebbe fruttare a
Linkedin oltre 350 milioni di dollari.
Dopo aver riportato perdite dal 2007 al 2009 , nel 2010, la
società ha registrato un utile di 15,4 milioni di dollari su
vendite pari a 243 milioni di dollari. Fino alla primavera 2009,
stimava in 2,32 dollari il prezzo delle proprie azioni. Le entrate
del sito provengono principalmente dalla vendita di software per il
marketing, la gestione risorse umane, la pubblicità online e le
sottoscrizioni premium.

Uno dei maggiori rischi per gli investitori – avvertono però gli
analisti – è la scommessa sulla progressione di crescita di
Linkedin, che nel 2011 non dovrebbe chiudere l'anno con
profitti di rilievo: se è infatti innegabile la crescita delle
entrate nette di oltre il 100% dal 2009 al 2010, lo è altrettanto
il fatto che nel primo trimestre del 2011 i conti hanno registrato
un pareggio e nessuna crescita degli utili.

Nella parte dedicata “fattori di rischio” del prospetto per gli
investitori, Linkedin ha sottolineato che il resto dell'anno
potrebbe andare anche peggio: "La nostra filosofia è quella
di continuare a investire per la crescita futura e di conseguenza
non ci aspettiamo di essere redditizi nel 2011 ", spiega il
documento. L'altro rischio – che interessa le web company fin
dalla loro nascita – è la capacità della Rete di fare da
veicolo a servizi nuovi a costi più bassi, un po’ come accadde a
MySpace, fatto fuori dallo strepitoso successo di Facebook.

Questo scenario spiega il perché tra gli analisti serpeggia il
timore di un’altra bolla tecnologica. Timore non del tutto
infondato se si analizza anche quanto accaduto a Renren. Il
“cugino” cinese di Facebook la scorsa settimana ha fatto il suo
ingresso a Wall Street con una valutazione pari a 5,5 miliardi di
dollari ( oltre 70 volte i ricavi registrati nel 2010): dopo il
balzo da 14 a 22 dollari per azione (+57%), il titolo è tornato ai
livelli con una perdita di decine di milioni di dollari.

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