L’Antitrust “assolve” Google. “Ma le norme sul copyright vanno riviste”

Il Garante archivia l’istruttoria per abuso di posizione dominante nell’uso di news di altri editori e nei rapporti con i clienti in materia pubblicitaria. Appello a governo e Parlamento per modificare il quadro regolatorio tenendo conto del web. Il motore di ricerca: “Operiamo nel rispetto delle regole, ma si può sempre migliorare”

Pubblicato il 17 Gen 2011

L'Antitrust ha accettato gli impegni presentati dal motore di
ricerca Google e ha chiuso l'istruttoria aperta contro la
società per presunto abuso di posizione dominante nell'uso
delle news di altri editori e nei rapporti con i clienti in materia
di contratti pubblicitari. Nel contempo, l'Antitrust sollecita
governo e Parlamento a tutelare "diversamente il diritto
d'autore in tutti i settori". Per questo motivo
"occorre una legge nazionale che definisca un sistema di
diritti di proprietà intellettuale in grado di incoraggiare su
internet forme di cooperazione virtuosa tra i titolari di diritti
di esclusiva sui contenuti editoriali [editori] e i fornitori di
servizi innovativi che riproducono ed elaborano i contenuti
protetti da tali diritti" come Google che nel suo sito
consente vedere la selezione delle notizie ediate sui siti di
informazione.

Lo riferisce una nota dell'organismo di vigilanza pubblicata
sul sito. Google, spiega l'Antitrust, "consentirà agli
editori di rimuovere o selezionare i contenuti presenti su Google
News Italia, renderà note agli editori le quote di ripartizione
dei ricavi che determinano la remunerazione degli spazi
pubblicitari, rimuoverà il divieto di rilevazione dei click da
parte delle imprese che veicolano pubblicità con la sua
piattaforma".

Più in particolare Google "assicura il mantenimento di un
software separato per Google News che dà agli editori la
possibilità di decidere quali contenuti giornalistici rendere
utilizzabili su Google News, senza pregiudicarne
l'indicizzazione sul motore di ricerca Google Web
Search".

Inoltre, la filiale italiana del gruppo multinazionale si è
impegnata a rendere "trasparente la gestione del programma
AdSense, la piattaforma di raccolta pubblicitaria gestita da Google
che favorisce l'interazione degli inserzionisti con gli
editori: in pratica l'editore pubblica sul proprio sito annunci
pubblicitari degli inserzionisti AdWords, ottenendo un guadagno per
ogni click degli utenti sui link pubblicitari visualizzati".
Potendo conteggiare i click, cosa prima vietata, gli editori
avranno una maggior trasparenza sui propri guadagni.

L'Antitrust, inoltre, sollecita governo e Parlamento a tutelare
"diversamente il diritto d'autore in tutti i
settori".

L'Autorità spiega che "un'istruttoria antitrust non
può sciogliere il nodo dell'adeguata remunerazione
dell'attività delle imprese che producono contenuti editoriali
online, per lo sfruttamento economico delle proprie opere da parte
di altri soggetti". Per questo motivo "occorre una legge
nazionale che definisca un sistema di diritti di proprietà
intellettuale in grado di incoraggiare su internet forme di
cooperazione virtuosa tra i titolari di diritti di esclusiva sui
contenuti editoriali [editori] e i fornitori di servizi innovativi
che riproducono ed elaborano i contenuti protetti da tali
diritti" come Google che nel suo sito consente vedere la
selezione delle notizie ediate sui siti di informazione.

L'Authority spiega comunque che il problema va affrontato in
una dimensione sovranazionale: "E' necessario, in una
prospettiva pro concorrenziale, superare l'oggettivo squilibrio
tra il valore che la produzione di contenuti editoriali genera per
il sistema di internet nel suo complesso e i ricavi che gli editori
online sono in grado di percepire dalla propria attività. Si
tratta di un'esigenza che, vista la dimensione sopranazionale
del fenomeno internet, deve anche essere promossa dalle istituzioni
italiane anche presso le opportune sedi internazionali".

Dal canto suo Google ricorda, per bocca di un suo portavoce, di
aver "collaborato con l'Autorità garante della
concorrenza e del mercato e con gli editori per rispondere agli
interrogativi sollevati e risolvere le perplessità manifestate.
Nell'operare in piena conformità alle regole di concorrenza
italiane ed europee siamo consapevoli che è sempre possibile
apportare ulteriori miglioramenti al modo in cui svolgiamo le
nostre attività".

La decisione dell'Antitrust di chiudere l'istruttoria,
accettando e rendendo vincolanti gli impegni presentati dal motore
di ricerca, "premia l'attitudine cooperativa mostrata
dalla società nei confronti dell'Autorità": è il
commento di Mario Siragusa, il legale che ha
seguito la procedura per conto di Google, il quale sottolinea che
gli impegni, "già implementati, anche se formalmente riferiti
al mercato italiano, hanno un impatto globale".

"Fin dall'apertura della procedura – sottolinea Siragusa –
ritenevamo che non ci fossero le basi per una violazione delle
norme. Tuttavia abbiamo utilizzato questa occasione per migliorare
i nostri servizi all'utenza. In primo luogo, abbiamo aggiunto
un meccanismo automatico grazie al quale gli editori possono
scegliere di uscire da Google News, magari escludendo anche
soltanto il testo di un articolo o una fotografia, pur rimanendo su
Google Search, cioè sul motore di ricerca generale, e possono
farlo direttamente online, senza rivolgersi al desk di Google come
accadeva prima. In secondo luogo, abbiamo migliorato il sistema di
informativa sulla percentuale di ricavi pagati agli editori che
aderiscono ad AdSense (il programma di affiliazione attraverso il
quale i proprietari di siti internet possono vendere spazi
pubblicitari utilizzando Google come intermediario, ndr),
garantendo così maggior trasparenza".

"Dal punto di vista della concorrenza la situazione può dirsi
chiusa – conclude il legale di Google, rilevando che "gli
obblighi, peraltro attivi già da tempo, dal punto di vista formale
riguardano l'Italia, ma hanno di fatto un impatto globale
perchè si applicano in tutto il mondo".

Apprezzamento per l'operato dell'Antitrust lo esprime anche
la Fieg. "L'Antitrust italiana – ricorda il presidente
Carlo Malinconico  – per prima ha puntato il suo faro
sull'attività dei motori di ricerca nel campo editoriale e sui
contratti pubblicitari conclusi da Google. Gli impegni assunti da
Google, che riveste nel settore della ricerca e della pubblicità
online una posizione dominante, confermano in gran parte la
segnalazione della Fieg e le preoccupazioni dalla stessa esposte in
ordine alle possibili distorsioni concorrenziali derivanti da una
posizione passiva dell'editore – ha proseguito – a fronte
dell'attività d'indicizzazione e dalla mancanza di
trasparenza nella contrattazione con Google. Gli impegni assunti da
Google modificano a livello mondiale alcune politiche editoriali e
commerciali collegate ai servizi Google News e AdSense, in una
ottica di maggiore trasparenza e collaborazione".

"Si tratta – prosegue Malinconico – di una prima risposta, cui
deve seguire, come osserva la stessa Autorità, l'intervento
del legislatore per regolare la remunerazione dell'attività
delle imprese che producono contenuti editoriali online, a fronte
dello sfruttamento economico delle proprie opere da parte di altri
soggetti".
"Occorre dunque – conclude il numero uno della Fieg – una
legge nazionale per superare l'oggettivo squilibrio, rilevato
dall'Autorità, tra il valore che la produzione di contenuti
editoriali genera per il sistema di internet nel suo complesso e i
ricavi che gli editori online sono in grado di percepire dallo
sfruttamento stesso".

“La richiesta di intervento legislativo avanzata dall’Autorità
garante della concorrenza e del mercato in materia di diritto
d'autore, per adeguare la normativa esistente alle innovazioni
tecnologiche ed economiche del web, può diventare una vera boccata
d’ossigeno per il settore del Mobile Entertainement”. Così 
così AssoCsp, l’associazione dei produttori di contenuti mobile,
commenta la decisione dell’Autorità garante della concorrenza e
del mercato nella vertenza iniziata contro Google per possibile
abuso di posizione dominante.

AssoCsp plaude l'iniziativa dell'Autorità di chiedere un
intervento del Governo e del Parlamento in materia del diritto
d'autore, in particolare per adeguare la normativa esistente
alle innovazioni tecnologiche ed economiche del web.

È infatti necessario definire nuove regole legislative che
incoraggino forme di cooperazione virtuosa tra i titolari di
diritti di esclusiva sui contenuti editoriali e i fornitori di
servizi innovativi che elaborano e riproducono i contenuti protetti
da questi diritti. AssoCsp ritiene che un intervento legislativo
che prenda atto dei nuovi canali distributivi dei contenuti coperti
da diritti d'autore, incluso il mobile, e che preveda nuovi
tavoli di negoziazione tra i titolari dei diritti ed i distributori
dei contenuti su mezzi digitali non tradizionali, possa costituire
una boccata di ossigeno per il settore del mobile
entertainment.

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