La Ue: “Nessuna misura draconiana nell’Acta”

La Commissione Europea rassicura aziende e consumatori: nel provvedimento non sarà prevista la disconnessione della linea Internet per chi effettuta download illegale

Pubblicato il 24 Mar 2010

placeholder

Dopo le
notizie
trapelate qualche giorno fa sulle possibili misure
“draconiane” allo studio da parte dei negoziatori dell’Acta
(l’Anti-counterfeiting and trade agreement o accordo
anti-contraffazione su cui stanno lavorando Usa, Ue, Canada e altri
Paesi), la Commissione europea ha cercato di allontanare i dubbi e
rispondere alle domande nel corso di un’udienza pubblica tenuta
ieri a Bruxelles, rassicurando le aziende e le associazioni in
difesa delle libertà civili. L’esecutivo europeo ha affermato
che imporrà sanzioni penali solo sui beni contraffatti “su scala
commerciale”, non sul “file sharing individuale”.

Il direttore dell'Unità per la proprietà intellettuale della
Commissione Europea, Luc Devigne, ha detto che l’esecutivo Ue
cercherà di convincere gli altri partner dei negoziati Acta a
pubblicare una bozza del testo che è in fase di redazione.
"Non abbiamo niente da nascondere”, ha sottolineato.
“Cercheremo di chiedere la pubblicazione di tali documenti, così
l’Europa potrà vedere che facciamo quel che diciamo e diciamo
quel che facciamo”.

Al momento tutti i testi preparati per l’Acta sono riservati e i
partecipanti alle trattative si sono mostrati molto restii a
divulgare informazioni sui negoziati, in particolare dopo aver
firmato accordi di non-disclosure. Tale segretezza ha infastidito
molti osservatori, che hanno esercitato intense azioni di lobby per
capire che cosa stia succedendo dietro le porte chiuse dell’Acta
e hanno finalmente ottenuto, con l’udienza di ieri, qualche
risposta.

"Non ci sarà la legge dei tre colpi, né nessun cambio nella
responsabilità degli Internet service provider. Garantiremo pieno
rispetto della privacy dei dati”, ha chiarito Devigne,
rispondendo alle indiscrezioni che avevano portato nei giorni
scorsi a pensare a misure draconiane per combattere la pirateria e
la contraffazione, sia online che offline. La legge dei tre colpi
è il sistema che comporta la disconnessione da Internet del
cittadino scoperto in attività di downloading illegale tre volte
di seguito. Una norma del genere è stata esclusa dal Pacchetto
Telecom dal Parlamento europeo lo scorso anno.

Devigne ha garantito che l’Ue non adotterà la norma dei tre
colpi, nemmeno se dovesserlo chiedere i partner, ma David
Hammerstein di Transatlantic consumer dialogue sostiene che un
approccio più severo alla contraffazione sarebbe un incentivo per
gli Isp a nascondere la clausola all’interno del contratto che
fanno firmare ai clienti.

Altro tema controverso è proprio quello della responsabilità
degli Isp per i contenuti pirati che vengono scaricati o scambiati
sui loro network. Devigne ha assicurato che le norme attuali, che
non considerano il provider responsabile in quanto agisce da mero
“postino” dei contenuti, non cambieranno. Sempre che l’Isp
non sia l’origine del materiale pirata, non modifichi contenuti
preesistenti e non possa agire sulla loro destinazione.

I critici dell’Acta temono tuttavia che nuove regole più severe
per far rispettare il copyright, comprese le sanzioni penali, anche
se solo a livello commerciale, possono spingere l’industria ad
auto-regolarsi, finendo col danneggiare i consumatori. L’Etno si
è detta “preoccupata dalla possibilità che dai negoziati per
l’Acta scaturiscano misure sproporzionate e di ampia portata come
filtri alla rete o la possibilità di disconnettere gli utenti da
Internet. Misure del genere contraddicono i diritti degli utenti
attualmente riconosciuti dalla legge Ue e rafforzati di recente dal
Telecoms Package," secondo le parole del direttore Michael
Bartholomew.

"Creando incertezza sul piano legale per gli operatori di
Internet, l’Acta li costringerà a piegarsi sotto la pressione
delle aziende dell’entertainment”, afferma Jérémie
Zimmermann, portavoce dell’associazione in difesa dei diritti dei
consumatori, La Quadrature du Net. “L’Acta costringerà gli
Internet service provider a filtrare e rimuovere contenuti e
servizi, trasformandoli in poliziotti privati e ausiliari della
giustizia. Non possiamo tollerare che player dell’industria
privata impongano restrizioni ai diritti e alle libertà
fondamentali. Una tale modifica alle leggi penali appoggiata
persino dai governi, in modo del tutto opaco, dimostra che chi sta
negoziando l’Acta non è amico della democrazia”.

I negoziati per l’Anti-counterfeiting trade agreement sono
iniziati a Ginevra dua anni fa: si tratta di un accordo commerciale
plurilaterale che mira a stabilire standard internazionali sui
diritti di proprietà intellettuale. Oltre all’Ue (rappresentata
dalla Commissione europea) e agli Usa, partecipano Australia,
Canada, Giappone, Sud Corea, Messico, Marocco, Nuova Zelanda,
Singapore, Svizzera. I prossimi incontri si terranno ad aprile a
Wellington, Nuova Zelanda, e a Ginevra, a giugno.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Argomenti trattati

Approfondimenti

P
privacy

Articolo 1 di 2