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Giacomelli: meno pubblicità alla Rai? Non è un tabù

Il sottosegretario alle Comunicazioni: “Non è un tabù la proporzionalità fra risorse garantite dal canone e raccolta pubblicitaria”. Apertura a uno slittamento di data per la scadenza della convenzione Rai-Stato per consentire una consultazione multistakeholder: via libera a tutti i settori, dalla cultura al turismo fino alla moda

Pubblicato il 10 Mar 2016

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La nuova Rai dovrà fare i conti con un nuovo sistema di raccolta pubblicitaria anche alla luce del nuovo sistema di riscossione del canone. Ridefinendo il proprio mandato e rimettendosi al centro del sistema italiano dell’audiovisivo. Lo ha detto il sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli anticipando le grandi manovre che aspettano il Paese in vista del rinnovo della concessione del servizio pubblico. “Non è un tabù porre il problema della proporzionalitá tra raccolta del canone e raccolta pubblicitaria” ha detto Giacomelli. Dunque una riflessione va avviata “purché si riconosca piena legittimitá alla lotta all’evasione che abbiamo avviato”.

Il primo tassello di questo futuro scenario sarà il taglio delle pubblicità, da maggio, sui canali per bambini come RaiYoyo. Ma le cose cominceranno a cambiare già in sede di consultazione in vista della concessione del servizio pubblico che sarà “più ampia possibile” e non riguarderà “solo gli addetti ai lavori o quelli che si considerano tali”, ma dovrà essere aperta al sistema paese. “Mi piace il termine multistakeholder promosso dall’Italia (durante il semestre italiano di presidenza dell’Unione europea, ndr) per la governance della rete” ha detto Giacomelli: in questo senso pensa a un modello multistakeholder anche per la consultazione perché “non abbiamo idee precostitituite ma responsabilità condivisa”. Si parla di aprire la consultazione anche a associazioni di settori come la moda, il turismo, la cultura. Per questo il sottosegretario apre a uno slittamento “di qualche settimana della data del 6 maggio” per consentire una consultazione sul servizio pubblico “più ampia possibile”.

L’intervento di Giacomelli ha chiuso il convegno organizzato dall’Istituto Bruno Leoni sul “Sistema audiovisivo: evoluzione e dimensioni economiche”: intorno al tavolo esperti e docenti impegnati nell’individuare dimensioni e nuove definizioni di un mercato – quello dell’audiovisivo – che sta clamorosamente cambiando faccia con l’ingresso di Internet. Al centro del convegno la presentazione del rapporto elaborato da e-Media Institute.

In un panorama di totale destabilizzazione di vecchi modelli di business, composizione di player e abitudini di consumo tanto più la Rai in quanto servizio pubblico, dice Giacomelli, deve “cambiare paradigma: veniamo da anni in cui la Rai era una parte in lotta, non il soggetto centrale del sistema. Ora va riportato al centro, bisogna ridefinire il mandato”. Proprio per questo la nuova concessione si configura come l’occasione per rivedere anche la normativa e l’impianto del servizio pubblico

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