REGOLE UE

Zero geoblocking, l’attacco di Ansip: “Tagliati fuori italiani all’estero: serve accesso online”

Affondo del vp del Digital Single Market dopo il primo voto dell’Europarlamento che boccia – con il sostegno dell’Italia – la proposta dell’esecutivo sugli accordi semplificati per la vendita di diritti di contenuti in più Paesi contemporaneamente: “Servono proposte in linea con quanto già avviene per lo streaming delle radio”

Pubblicato il 01 Dic 2017

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Dare accesso online ai 2 milioni di italiani che vivono all’estero. Lo chiede il vp del Digital Single Market Andrus Ansip dopo il primo voto dell’Europarlamento che boccia la proposta dell’esecutivo comunitario su accordi semplificati per la vendita dei diritti in più Paesi contemporaneamente in base al principio del Paese d’origine. Secondo Ansip gli italiani all’estero dovrebbero poter vedere online almeno la metà dei programmi tv come show, reality o fiction ‘made in Italy’ preferiti, finora criptati, dice in un’intervista all’Ansa. La proposta sarebbe in linea con quanto già avviene per lo streaming delle radio e che consentirebbe una soluzione al blocco geografico del contenuto audiovisivo, rimasto fuori dalle regole Ue appena approvate che vietano le discriminazioni sulla base della residenza negli acquisti online di beni e servizi non coperti da copyright. “Chi trae beneficio da questa situazione? Non i cittadini, e nemmeno gli autori”, dice Ansip. Anche le altre reti del servizio pubblico d’Europa hanno espresso il loro supporto via l’associazione europea Ebu. Contro sono invece le tv commerciali, riunite sotto l’egida dell’associazione Act, di cui fanno parte anche Sky e Mediaset.

L’Italia, ricorda Ansip, “era già stata inizialmente contro” anche all’accesso di musica e film per cui si paga un abbonamento quando si è temporaneamente all’estero. “C’è un’immagine troppo in bianco e nero” della questione, afferma l’ex premier estone, che spiega: “Non si tratta dei contenuti ‘premium’, i broadcaster hanno il diritto di scegliere cosa rendere disponibile e cosa no”. L’obiettivo di Bruxelles, infatti, non è rendere accessibile l’ultima puntata in italiano di blockbuster internazionali come ‘Il trono di spade’, ma di “raddoppiare” la disponibilità online all’estero di contenuti “nazionali difficilmente esportabili”. “Questo vuol dire tutelare la diversità culturale europea, aprire a un pubblico più ampio le produzioni nazionali assicurando pagamento dei diritti e remunerazione degli autori”, martella Ansip.

Nessuno studio ha evidenziato perdite economiche per il settore audiovisivo, dice Ansip: la mancata offerta di contenuti legali spinge “i nostri cittadini all’illegalità”, con l’uso di programmi pirata dove “i diritti non vengono pagati”. Finora solo un eurodeputato italiano, l’altoatesino Herbert Dorfmann (Ppe), racconta Ansip, lo ha pregato di “fare tutto il possibile per andare avanti con questa proposta”, che consentirebbe tra l’altro alle minoranze linguistiche europee di guardare i programmi nell’idioma materno. I politici, dice Ansip, devono ricordarsi “che queste persone votano”. La speranza è che l’Europarlamento riesca a rovesciare il voto in plenaria.

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